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«Animatore a 650 euro al mese? Scappo», il caso di Gilberto: «Pure l’alloggio da schifo». La reazione dell’hotel e dell’agenzia che l’ha assunto – Il video

11 Agosto 2025 - 11:58 Giulia Norvegno
La denuncia del ragazzo di 20 anni su TikTok diventata virale. Lo sfogo sulle condizioni in cui ha trovato l'alloggio e la «paga da miseria». La reazione dell'hotel in cui lavorava e dell'agenzia che dice di avergli spiegato bene il contratto prima di iniziare l'attività

Un hotel di Rimini avrebbe pagato un animatore 650 euro al mese e quando il giovane si è lamentato delle condizioni di lavoro e dell’alloggio fatiscente, lo hanno rimproverato accusando lui di essere troppo esigente e poco disposto ad adattarsi. La denuncia su TikTok di un ragazzo, Gilberto, 20 anni, ha riacceso la polemica sugli stipendi riconosciuti ai lavoratori stagionali del settore turistico, per di più giovanissimi. «Mi hanno detto che io sono troppo sensibile, che non ho spirito d’adattamento, ma sfido chiunque a vivere un mese», racconta il ragazzo nel filmato girato alla stazione di Rimini. La struttura alberghiera pretendeva che accettasse condizioni di lavoro e alloggio che definisce «da schifo».

La denuncia di Gilberto su TikTok

Il video in pochi giorni su TikTok ha raggiunto oltre 1,4 milioni di visualizzazioni, quasi 6mila commenti e oltre 3.500 condivisioni. Il giovane si riprende mentre sta per prendere il treno per tornare a casa, mostrando le foto dell’alloggio che gli era stato assegnato. «Ciao, sono a Rimini, dovevo fare l’animatore, ma me ne sto scappando via perché non ho alcuna intenzione di vivere in un alloggio da schifo, essere pagato una miseria», esordisce nel video. Le immagini che scorrono in sovraimpressione mostrano le condizioni dell’alloggio ammuffito dove avrebbe dovuto soggiornare.

Lo sfogo sui giovani lavoratori «sfruttati»

«Per 650 euro al mese, vivere in una situazione del genere, sottopagato, sfruttato e prendermi le peggio malattie», denuncia il ragazzo che dice di essere neolaureato. Gilberto evidenzia che nella struttura ci sono «pure i ragazzi di 16 anni che ci fanno due o tre mesi», sottolineando come il problema riguardi soprattutto i lavoratori più giovani e inesperti. «Altro che fuga dei cervelli, qua è proprio da scappare – ha detto – È una follia: dicono che in Italia non c’è lavoro. Ti credo, i lavori che ci stanno fanno schifo», ha concluso. «Qualcuno dovrebbe prendere subito l’iniziativa e fare qualcosa: altro che fuga dei cervelli, qua è proprio da scappare».

L’agenzia che recluta gli animatori, la posizione dell’hotel

Il ragazzo della denuncia, così come i suoi colleghi, sarebbero stati assunti in realtà dalla Peter Pan Animazione, come spiega Today.it. Si tratta di un’agenzia che, attraverso la Servipan Italia srl, amministra i servizi di animazione per strutture alberghiere e resort di lusso. Con loro il ragazzo avrebbe firmato un contratto da 1.300 euro al mese, da cui però sarebbero stati scalati i costi di vitto e alloggio. La stessa struttura alberghiera di Rimini ha spiegato a Today di avere un contratto di appalto con l’agenzia Peter Pan Animazione: «Stipendi, mansioni e orari di lavoro non dipendono da noi ma dall’agenzia stessa». Sulle condizioni degli alloggi, l’hotel ha poi spiegato che ogni anno provvede a tinteggiarli e sanificarli: «Spetto a loro poi fare le pulizie e tenerli in ordine, noi gli passiamo tutte le volte che lo chiedono lenzuola e asciugamani. Non le dico come ritroviamo gli alloggi durante e a fine stagione».

Le clausole nel contratto e i costi di vitto e alloggio

A intervenire sulla vicenda è anche l’agenzia Peter Pan Animazione, che conferma come i contratti vengono firmati dal lavoratore prima di iniziare l’attività e «dopo un confronto diretto tra le parti e un’attenta illustrazione delle clausole. Nulla viene imposto o modificato successivamente – spigea l’agenzia a Today – Attribuire al comfort pack una valenza “detrattiva” dalla retribuzione, come se fosse una trattenuta, non è corretto: si tratta di un’opzione contrattualmente prevista che semplifica logisticamente la vita ai lavoratori stagionali. Se non offerta, il lavoratore sarebbe costretto a sostenere in proprio spese per vitto, affitti turistici, trasporti, lavanderie, eccetera, spesso ben più onerose»

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