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Unicef: «A Gaza 12 mila bambini malnutriti». Al Jazeera: «Raid su tenda di giornalisti: 6 morti». Palazzo Chigi pronto ad accogliere 34 bambini

11 Agosto 2025 - 18:02 Ugo Milano
Gaza
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A Gaza l’Unicef lancia l’allarme: 12mila bambini malnutriti a luglio. Intanto cinque giornalisti di Al Jazeera uccisi in un raid israeliano. L’Australia riconoscerà lo Stato di Palestina e Greta Thunberg parteciperà alla flottiglia del 31 agosto

A Gaza la malnutrizione tra i bambini corre a un ritmo «sconcertante». È l’allarme lanciato dall’Unicef Medio Oriente e Nord Africa, che a luglio ha registrato 12mila casi di malnutrizione acuta infantile, il dato mensile più alto mai rilevato nella Striscia. Nel frattempo, Palazzo Chigi ha diffuso una nota in cui annuncia che domani, martedì 12 agosto, è previsto il decollo di tre aerei da Pisa diretti a Gaza per condurre in Italia di 34 bambini provenienti dalla Striscia. I minori, bisognosi di cure, saranno accompagnati da famigliari e responsabili.

La missione umanitaria di Palazzo Chigi

34 bambini e 91 tra accompagnatori e famigliari dovrebbero quindi arrivare in Italia mercoledì 13 agosto. Attereranno sugli aeroporti di Milano Linate, Ciampino e Pisa, dopo aver imbarcato il personale presso lo scalo israeliano di Eilat Ramon. Nelle operazioni sono coinvolti il ministero della Difesa, il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il ministero dell’Interno e il dipartimento della Protezione Civile. Il tutto è coordinato dalla presidenza del Consiglio, che con questa operazione sembra voler rinnovare il proprio impegno nell’aiuto delle popolazione di Gaza.

I dati dell’Unicef

Secondo l’organizzazione il numero di bambini malnutriti cresce in maniera esponeziale, a febbraio i casi erano 2mila, a giugno triplicati e ora quasi raddoppiati di nuovo. «È una chiara prova che la crisi sta accelerando, mettendo a rischio vite giovanissime», sottolinea l’organizzazione. L’Unicef precisa che si tratta di malnutrizione acuta, non grave, ma avverte: «Senza accesso sicuro e continuativo agli aiuti, prevenire e curare diventa impossibile. Servono interventi su larga scala e un cessate il fuoco. Adesso».

Cinque giornalisti di Al Jazeera uccisi a Gaza

Intanto, la guerra continua a colpire anche la libertà di stampa, nonostante i numerosi appelli del mondo occidentale per permettere l’ingresso di reporter indipendenti. Una delle emittenti con una forte presenza nella Striscia, Al Jazeera, conferma la morte di cinque membri del proprio staff in un «attacco mirato» israeliano a Gaza City, nei pressi di una tenda che ospitava giornalisti. Tra le vittime il corrispondente Anas al-Sharif, Muhammad Karika, i cameraman Ibrahim Zaher e Mohammed Noufal, e l’operatore di ripresa Moamen Aliwa. I funerali dei cinque dipendenti dell’emittente televisiva qatariota Al Jazeera si sono già svolti in mattinata. Per Marwan Bishara, analista politico della rete, l’uccisione è il segno di un’impunità tollerata dalle potenze globali: «Giornalisti, medici, bambini: tutti lottano per la vita. È la caduta dei principi universali». Al bilancio di inizio mattina si è poi aggiunta una sesta vittima: «Il fotoreporter Mohammed Al-Khaldi è deceduto per le ferite riportate», ha annunciato il portavoce della Protezione Civile nella Striscia di Gaza, Mahmoud Bassal. Secondo quanto si apprende Al-Khaldi, era un giornalista freelance che occasionalmente collaborava con i media locali. Dal 7 ottobre 2023, sono quasi 200 i cronisti rimasti uccisi nel conflitto, secondo Reporter senza frontiere.

Nuova flottiglia per Gaza il 31 agosto

Greta Thunberg ha annunciato sui suoi canali social che prenderà parte alla nuova spedizione della Freddom flottiglia. Il 31 agosto partirà dalla Spagna quella che gli organizzatori definiscono la più grande flottiglia mai tentata per rompere il blocco navale israeliano su Gaza: «Decine di imbarcazioni si uniranno, il 4 settembre ci incontreremo con altre provenienti dalla Tunisia e da altri porti». L’azione sarà accompagnata da manifestazioni in oltre 44 Paesi «per rompere la complicità e mostrare solidarietà al popolo palestinese». L’ultimo tentativo dei raggiungere le coste della Striscia di Gaza via nave era stato lo scorso 9 giugno. In quella occasione Greta Thunberg e gli altri occupanti della nave erano stati respinti e arrestati.

Australia pronta a riconoscere lo Stato di Palestina

Sul fronte diplomatico, il primo ministro australiano Anthony Albanese ha annunciato che l’Australia si unirà alla schiera di paesi che riconosceranno lo stato di Palestina all’Assemblea generale dell’Onu il mese prossimo, a condizione che Hamas non abbia alcun ruolo nella futura amministrazione. «La soluzione a due Stati è la migliore speranza per rompere il ciclo di violenza», ha dichiarato Albanese, che ha anche accusato Israele di violare il diritto internazionale e negare aiuti essenziali a Gaza: «Troppe vite innocenti sono state perdute. Il governo di Israele continua a violare il diritto internazionale e a negare sufficienti aiuti, cibo e acqua a persone disperate, inclusi bambini». La Nuova Zelanda ha fatto sapere di star valutando la stessa decisione, che potrebbe essere formalizzata a settembre. È arrivata subito la reazione del ambasciatore israeliano a Canberra, Amir Maimon, che ha definito la decisione dell’Australia: «Pericolosa per la sicurezza di Israele», sottolineando che «la pace si costruisce mettendo fine al terrorismo, non premiandolo».