Netanyahu e la “concessione” ai palestinesi: «Permetteremo loro di lasciare Gaza». A Tel Aviv anche i riservisti protestano contro il governo


Che ne sarà della Riviera di Gaza City? Per iniziare a progettare l’enclave di lusso pensata dal presidente americano Donald Trump bisogna prima sgomberare l’area. Con una nuova operazione di terra ormai imminente, quella che punterà alla conquista totale della Striscia, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha aperto alla possibilità per milioni di palestinesi di lasciare il territorio. Il tutto condito da due enormi incognite: potranno lasciare le loro case «se lo desiderano» e se «Paesi che vogliono aiutare i palestinesi apriranno loro le porte».
Le condizioni di Netanyahu e il piano di reinsediamento
Il progetto di reinsediamento, quello che appunto Trump aveva già ventilato e che più volte è stato duramente rifiutato da gran parte della comunità internazionale, sembra dunque riprendere vigore. «Non li stiamo cacciando via, stiamo permettendo loro di andarsene», ha specificato Bibi in un’intervista concessa all’emittente i24news. «Date loro l’opportunità di lasciare, prima di tutto, le zone di combattimento e, in generale, di lasciare il territorio, se lo desiderano», ha poi aggiunto riferendosi proprio a quei Paesi «amici dei palestinesi» e richiamando ai casi di Siria, Ucraina e Afghanistan.
Le proteste dei riservisti: «Stop a questa guerra folle»
Per Netanyahu, però, in questo momento molti problemi si annidano dentro le mura di casa. L’esercito nei giorni scorsi ha pubblicamente criticato il suo piano di «guerra totale» nella Striscia, ritenendolo un pericolo inutile per gli ostaggi ancora nelle mai di Hamas. «Gli accordi parziali con Hamas sono ormai alle nostre spalle, è ora di porre fine alla guerra», ha insistito invece il premier israeliano. Anche per questo, di fronte al quartier generale militare a Tel Aviv, la solita folla di manifestanti si è assiepata per chiedere lo stop ai bombardamenti nella Striscia. Tra di loro ci sarebbero anche 200 piloti militari in pensione o riservisti, fortemente schierati contro l’occupazione di Gaza City. Tra loro anche l’ex capo di stato maggiore dell’Idf, Dan Halutz: «Fermate questa guerra folle e inutile».