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Giampaolo Demartis, fissata l’autopsia per l’uomo colpito col taser dai carabinieri e morto poco dopo

18 Agosto 2025 - 08:49 Stefania Carboni
giampaolo de martis
giampaolo de martis
La famiglia del 57enne deceduto a Olbia chiede chiarezza. Il fratello: «Non me l'hanno fatto vedere e qualcuno mi ha detto che aveva una ferita al volto. Voglio capire cosa è successo»

Sarà effettuata nella tarda mattinata di giovedì 21 agosto l’autopsia sulla salma di Giampaolo Demartis, 57 anni, fermato con il taser sabato sera scorso a Olbia e morto poco dopo. A disporre l’esame autoptico il procuratore della Repubblica del Tribunale di Tempio Pausania, Gregorio Capasso che sta seguendo le indagini. L’obiettivo della procura è quello di individuare con esattezza le cause del decesso. Sono già stati effettuati e sono tutt’ora in corso specifici accertamenti per ricostruire la dinamica della vicenda.

Cosa è successo a Olbia

Secondo i militari l’uomo era fuori di sé stava aggredendo i passanti seminando il panico in una via nella periferia della città sarda. Il taser è stato utilizzato dopo che il 57enne ha dato un pugno a uno dei carabinieri. Sulla vicenda la procura di Tempio Pausania, coordinata da Gregorio Capasso, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. E sul caso indaga la polizia. Il fratello di Giampaolo Demartis chiede «tutta la verità su cosa è accaduto». Il parente, che abita a pochi metri da dove è avvenuto il tutto, è stato chiamato da una vicina quando già Demartis era dentro l’ambulanza tra la vita e la morte. «Non mi hanno fatto vedere Giampaolo e qualcuno mi ha detto che aveva una ferita al volto. Voglio capire cosa è successo», ha dichiarato il parente all’avvocato Mauro Manca, che ha assistito la vittima negli anni scorsi per una vicenda di droga.

«Cercheremo i testimoni di quanto accaduto»

La storia di Giampaolo Demartis è riportata oggi su Repubblica in un pezzo a firma di Romina Marceca. Il 57enne era titolare di un alimentari. Mesi fa era stato scarcerato dai domiciliari per spaccio e aveva
chiesto l’affidamento in prova. «Cercheremo i testimoni di quanto accaduto. Ci chiediamo se c’è stata una colluttazione prima dell’uso del taser — aggiunge alla testata l’avvocato Mauro Manca — e ascolteremo la vicina che ha chiamato il fratello di Giampaolo. Lui adesso è sotto shock».

I taser e le numerose vittime

Il taser è un’arma in dotazione alla forze di polizia e Arma dei carabinieri introdotta come dotazione nel 2022, dopo un travagliato iter di sperimentazione. Demartis non è la prima vittima del dispositivo, il cui utilizzo è consentito in specifici casi e con dei rigidi protocolli. Nell’agosto 2023, Simone Di Gregorio, 35 anni, morì a San Giovanni Teatino raggiunto da una scarica da parte dei carabinieri mentre correva verso la ferrovia, nel luglio 2024 morì, con lo stesso dispositivo Carlo Lattanzio, 42 anni. Infine il 4 giugno scorso Riccardo Zappone, 30 anni, è morto a Pescara dopo un malore mentre era già in stato di fermo in questura per rissa e dopo essere stato colpito col taser. Anche se il dispositivo, secondo l’autopsia, non fu la causa del decesso sulla vicenda ci sono tre indagati per lesioni.

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