Pippo e gli ultimi mesi chiuso in casa. «Pianse quando, dopo i 75 anni, fu messo da parte»


Lo ha rinchiuso in una bara con la figlia Tiziana e la storica segretaria Dina Minna. Un addio, dopo un’amicizia durata una vita. E oggi l’amico di Pippo Baudo, l’avvocato Giorgio Assumma, ex presidente della Siae, racconta al Corriere della Sera gli ultimi giorni del gigante della tv italiana: «lo che non mi commuovo mai, mi sono commosso mentre I’ho visto nella bara col suo smoking».
Gli ultimi giorni: senza uscire e guidato dal suono della voce dell’amico
Spiega le reali cause della morte del conduttore, su cui molti hanno speculato. «Pippo ha avuto un indebolimento neurologico alle gambe – spiega Assumma – che lo ha condizionato molto. In piu, vedeva poco e cercava di nascondermelo, mi individuava attraverso la provenienza della mia voce. Tutte le volte che andavo a trovarlo, uscivo con un senso di angoscia. Gli ultimi mesi li ha passati chiuso in casa, non é quasi mai uscito se non per andare al compleanno di Pingitore del Bagaglino, aveva difficoltà a incontrare la gente. Anche con me, che I’ho conosciuto da giovane, a 25 anni, quando dalla Sicilia venne per il provino alla Rai (e mi disse se va male mi prenda a lavorare nel suo studio con lei), nell’ultimo periodo preferiva lunghe telefonate, gli raccontavo le barzellette e lo sentivo ridere».
Pippo e le lacrime per Mamma Rai
Anche se ultimamente era sottotono. «Un uomo che ha vissuto sull’apprezzamento degli altri, sentiva che il tempo volava via. Ma una sola volta l‘ho visto veramente giù e pianse sul mio divano: quando nel 1987 il presidente Rai Enrico Manca lo definì nazional-popolare. Poi attorno ai 75 anni fu rimesso da parte, considerato come un volto del passato e perse la sicurezza in sé stesso, mi disse che fu il peggior periodo della sua vita».
Pippo Baudo e Stefano De Martino
Un successore? «Me l’hanno chiesto ieri, ho detto che non c’è ma non è cosi e a voi del Corriere voglio dirlo, è Stefano De Martino: ha capito il modo di parlare al popolino, mi diceva».