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Israele approva il piano degli insediamenti che divide in due la Cisgiordania. Il ministro Smotrich: «Così è cancellata l’illusione di due Stati»

20 Agosto 2025 - 13:35 Stefania Carboni
mappa E1
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Si tratta del progetto E1 che prevede la costruzione di oltre 3mila case tra Gerusalemme e l'insediamento di Ma'ale Adumim

Israele ha dato il via al controverso progetto di insediamento E1, che prevede la costruzione di 3.401 unità abitative tra Gerusalemme e l’insediamento di Ma’ale Adumim in Cisgiordania. Un’idea già fortemente criticata in passato dai palestinesi e da diverse organizzazioni per i diritti umani israeliane perché di fatto divide in due la Cisgiordania e non permette la possibilità futura della creazione di due Stati. L’ok è arrivato dall’Alta Commissione di pianificazione dell’amministrazione Civile, un dipartimento del ministero della Difesa.

Smotrich: «Ogni casa sarà una bara a quella pericolosa idea dei due Stati»

Per il governo di Tel Aviv si tratta di una decisione «storica» che «cancella praticamente l’illusione dei due Stati e consolida la presa del popolo ebraico sul cuore della Terra d’Israele», ha dichiarato il ministro delle Finanze e leader dell’estrema destra israeliana, Bezalel Smotrich. «Lo Stato palestinese viene cancellato dal tavolo non con slogan, ma con i fatti. Ogni insediamento, ogni quartiere, ogni unità abitativa è un altro chiodo nella bara di questa pericolosa idea», ha aggiunto.

Cosa è il piano E1

Il progetto E1 ha origine dagli anni Novanta ma è stato congelato nel 2012 sotto sollecitazione degli Stati Uniti e Unione Europea. Si tratta di una zona di 12 chilometri quadrati tra Gerusalemme Est e la Cisgiordania. Per le forze israeliane di destra è invece un passo basilare per rafforzare il controllo sull’area e stroncare ogni sogno di uno stato palestinese. Anche perché collega l’insediamento di Ma’ale Adumim, uno dei più grandi centri israeliani, con circa 40mila abitanti. Non è ben chiaro se il premier Benjamin Netanyahu abbia approvato o condiviso lo sblocco del piano da parte del suo ministro Smotrich.

Richiamati 130mila riservisti

Intanto in vista del piano per l’occupazione militare di Gaza City, che non accenna a fermarsi, il ministro della Difesa israeliano Israele Katz ha approvato anche un piano per «accogliere» i residenti della città, che dovrebbero essere trasferiti nella Striscia di Gaza meridionale all’inizio delle operazioni. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz. I combattimenti dovrebbero continuare fino al 2026. Secondo funzionari dell’Idf circa 130mila riservisti saranno richiamati il servizio dei soldati riservisti già in servizio sarà esteso di circa un mese. Il reclutamento dei primi 60.000 dovrebbe prendere il via già da oggi oggi.

Macron: «L’offensiva su Gaza porterà a un vero disastro»

«L’offensiva militare che Israele prepara a Gaza non può che portare a un vero disastro per i due popoli e trascinerà la regione in una guerra permanente», scrive il presidente francese Emmanuel Macron su X, riferendo di due telefonate con il re Abdallah di Giordania e il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Con i due Paesi arabi, Macron chiede «una missione di stabilizzazione internazionale per Gaza». 

(ln copertina la mappa dell’E1. Fonte OCHA)

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