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La verità della Rada sul video di Almasri: «Filmato del 2021-2022. La persona non è morta, lui è intervenuto per disarmarla» – Il video

22 Agosto 2025 - 19:40 Ugo Milano
La versione della milizia di Tripoli, cui appartiene il comandante libico. Il miliziano, accusato di tortura dalla Cpi, è al centro delle indagini sui ministri italiani che l'hanno rimpatriato

Il video che coinvolge Osama Njeem Almasri e lo vede aggredire un uomo a Tripoli è autentico e risalirebbe «al 2021 o al 2022». Ma la persona aggredita non è morta e «non ha riportato lesioni gravi». Questa la versione, fornita agli apparati di sicurezza italiani, secondo fonti della Rada, la milizia di Tripoli cui appartiene il comandante libico, che hanno chiesto dell’episodio direttamente allo stesso Almasri. Le immagini, rilanciate da media libici, mostrano Nijeem Osama Almasri, il generale libico ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e liberato dall’Italia che colpisce con calci e pugni un passante disarmato, lo scaraventa a terra e continua ad accanirsi fino a lasciarlo immobile in una pozza di sangue.

«Lo ha disarmato non l’ha aggredito»

Secondo al versione di Rada Almasri si trovava nelle vicinanze della sua abitazione e aveva chiesto al conducente di una autovettura di spostare il mezzo perché mal parcheggiato. Questi in risposta tirava fuori una pistola e Njeem aveva reagito per disarmarlo. L’uomo, dopo l’episodio, sarebbe stato anche denunciato alla Procura.

Chi ha parlato per prima del video

Secondo l’agenzia locale Almasdar Media, che per prima ha pubblicato il video, l’aggressore sarebbe proprio Almasri. La stessa identificazione è stata ripresa da altre testate arabe. La prima organizzazione ad averne parlato sembra essere la ong Refugees in Libya, che afferma che la vittima sarebbe morta a seguito delle percosse ma dice anche che è una storia «in sviluppo» e di star lavorando sulla correttezza dell’identificazione e per capire l’esatta data dell’episodio. «Si tratta dello stesso criminale ricercato dalla Cpi per crimini di guerra, sottratto alla giustizia dal governo italiano all’inizio di gennaio. Chi sarà ritenuto responsabile mentre continua a uccidere e terrorizzare innocenti cittadini libici, inclusi rifugiati e migranti?», denuncia la ong.

L’ira di Bonelli contro Meloni

A rafforzare l’idea che l’uomo ripreso sia proprio lui, oltre ai fotogrammi in cui si distingue il volto, c’è anche una foto diffusa dalla stessa agenzia libica, dove Almasri appare insieme ad altre due persone: uno degli uomini indossa abiti simili a quelli di una persona che nel video appare accanto a quello che sembra Almasri, armato di un arma a ripetizione. Non è stata ancora accertata né la data né il luogo preciso dell’episodio, e mancano conferme indipendenti oltre alle fonti che hanno diffuso il materiale. Sul piano politico nel nostro Paese, le reazioni non si sono fatte attendere. Angelo Bonelli, leader di Europa Verde, ha attaccato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: «Guarda chi hai liberato! Ecco la tua idea di legalità: scarcerare e rimandare in patria con un volo di Stato assassini e stupratori. Oggi quell’uomo continua a mietere vittime e la responsabilità politica e morale è tutta del tuo governo, che ha tradito le vittime e lo Stato di diritto, macchiando di vergogna l’Italia davanti al mondo». Il riferimento del deputato Bonelli è all’inchiesta del tribunale dei ministri che vede indagati – è stata mandata la richiesta di autorizzazione a procedere al Parlamento – il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, assieme a Carlo Nordio e Alfredo Mantovano (ma non Meloni, la cui posizione è stata archiviata) con l’accusa di aver rimpatriato proprio Almasri, inizialmente fermato dalla polizia, nonostante il mandato di arresto della Cpi.

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