L’ex spia ucraina in vacanza in Italia e il ruolo nel sabotaggio del Nord Stream: i dubbi su Kiev e i sospetti sull’attentato a Savona


Il 26 settembre 2022, il Mar Baltico si trasformò in teatro di una delle operazioni più plateali e misteriosi del conflitto russo-ucraino. Dal fondale marino esplose una colonna di gas che sfondò la superficie come un geyser: tre delle quattro condotte del Nord Stream, il sistema che portava il gas russo in Germania, erano appena saltate in aria. Un’operazione chirurgica sottomarina che ha segnato profondamente gli equilibri sulle politiche energetiche europee.
La mente dell’operazione Diameter
Dietro questo sabotaggio, secondo gli inquirenti tedeschi, c’era Serhii Kuznietsov, 49 anni, ex capitano ucraino con un passato nei servizi segreti SBU. Non si trattava di un soldato qualunque, ma dell’agente che avrebbe coordinato quella che gli investigatori tedeschi chiamano «una delle missioni più audaci del conflitto». Il piano aveva persino un nome in codice: Operazione Diameter. La squadra era composta da sette persone: oltre a Kuznietsov, altri commilitoni e quattro sommozzatori civili. L’obiettivo era ambizioso quanto pericoloso: piazzare esplosivi a 70-80 metri di profondità, proprio sotto una delle infrastrutture più strategiche e protette del continente.
Lo yacht Andromeda e la missione impossibile
Come riportato nelle sette pagine del mandato di arresto, ricorda il Fatto quotidiano, il commando salpò da Rostock, in Germania, a bordo dell’Andromeda, un piccolo yacht a vela noleggiato con documenti falsi attraverso intermediari. Una barca apparentemente innocua, scelta proprio per non destare sospetti. Ma sotto i paglioli si nascondevano mute, bombole e cariche da guerra. L’8 settembre 2022, la squadra salì a bordo nel porto di Wiek, sull’isola di Rügen. La rotta li portava verso Bornholm, l’isola danese che domina il tratto di mare dove corrono i gasdotti. Durante le immersioni notturne, i sub piazzarono almeno quattro ordigni esplosivi, ciascuno del peso tra i 14 e i 27 chilogrammi, composti da esogeno e ottogene con micce a tempo.
Il mistero dell’ordine revocato
Secondo le ricostruzioni dei media tedeschi, ricorda il Messaggero, l’ordine del comandante in capo delle forze armate ucraine Zaluzhny (oggi ambasciatore a Londra) sarebbe stato revocato: Zelensky, pressato da Washington, avrebbe chiesto di fermare tutto. Ma la squadra proseguì comunque l’operazione. Ma finora non c’è mai stata conferma che Kuznietsov abbia agito su mandato diretto o per iniziativa di una catena di comando parallela. Quel che è certo è l’effetto di quell’azione: Russia e Europa persero il loro principale gasdotto, un’infrastruttura dal valore di 20 miliardi di dollari che nel 2021 aveva trasportato circa la metà del fabbisogno annuo di gas naturale della Germania.
L’arresto in Romagna dell’ex spia ucraina
Il 20 agosto 2024, alle 23:50, i carabinieri hanno arrestato Kuznietsov in un bungalow del villaggio vacanze “La Pescaccia” di Sant’Andrea in Casale, nel Riminese. L’uomo si trovava lì dal giorno precedente insieme a quella che dai documenti risultava essere la moglie e due figli. L’arresto, su mandato internazionale emesso dalla Corte federale tedesca per «sabotaggio anticostituzionale», è stato eseguito senza resistenza. Kuznietsov rischia fino a 15 anni di carcere e ora si trova in attesa dell’avvio dell’iter di estradizione.
I misteri aperti e i dubbi sull’attentato a Savona
Il caso del Nord Stream resta avvolto nelle ombre. Kiev continua a negare ogni coinvolgimento, nonostante ricorda il Fatto quotidiano, la stampa tedesca a insista sui tanti indizi che collegano l’operazione ai vertici dell’esercito e dei servizi ucraini. Un altro presunto sabotatore, Volodymyr Z., era già fuggito in Ucraina dopo che la Polonia non riuscì ad arrestarlo, creando un incidente diplomatico con la Germania. Resta da capire se Kuznietsov deciderà di collaborare con gli investigatori tedeschi. In Ucraina, al di là dei dubbi sul ruolo di Kiev, potrebbe essere visto come un eroe. Nel frattempo, la Procura di Genova sta verificando possibili collegamenti con l’attentato di febbraio alla petroliera Seajewel a Savona.