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Bestemmia in gita scolastica, lo bocciano e si ritrova denunciato per stalking. Il caso di un 16enne: «Ora denunciamo noi»

23 Agosto 2025 - 08:28 Giulia Norvegno
Scuola bestemmia Abruzzo
Scuola bestemmia Abruzzo
L'avvocato che assiste la famiglia del ragazzo promette battaglia, dopo che l'indagine sullo studente è stata archiviata dalla procura per i minorenni dell'Aquila. La denuncia e l'escalation punitiva che avrebbe «segnato profondamente la vita del ragazzo»

A 16 anni è stato sentito bestemmiare durante la gita scolastica. Da quel momento, lo studente di un istituto tecnico di Tagliacozzo, nell’Aquilano, sarebbe finito in un «tritacarne», come lo definisce sua madre al Messaggero: prima la sospensione dal scuola, poi la bocciatura e infine la denuncia per stalking. Proprio quest’ultima ha visto concludersi nell’archiviazione della procura per i Minorenni dell’Aquila, dopo la denuncia presentata nel dicembre scorso contro il ragazzo. Ma ora l’avvocato che assiste la famiglia promette battaglia.

La contro-denuncia dell’avvocato

«Sono in attesa di ricevere tutto il fascicolo di archiviazione da parte della procura per i Minorenni dell’Aquila per esaminare la documentazione e procederò ad una denuncia per calunnia», annuncia l’avvocato Luca Motta del foro di Avezzano. Il legale sottolinea che «anche la madre mi ha chiesto di capire quello che è successo e se è giusto che il figlio di 16 anni sia finito in questo “tritacarne”». Il 16ennes sarebbe stato travolto da una catena di eventi inaspettati, spiega l’avvocato: «Prima la sospensione da tutte le attività extrascolastiche, poi la bocciatura e infine una denuncia». Una escalation che secondo il legale avrebbe «segnato profondamente la vita del ragazzo».

Le accuse «sproporzionate» e com’è partita la denuncia

Il procedimento penale era stato aperto per stalking, reato previsto dall’articolo 612 bis del codice penale per condotte persecutorie reiterate e punibile con pene fino a sei anni di reclusione. «Una esagerazione, un’accusa gravissima e del tutto sproporzionata», commenta l’avvocato Motta, aggiungendo che «a questo punto la vicenda lascia aperti interrogativi sull’uso della giustizia e sui confini dell’azione disciplinare scolastica». Il direttore generale dell’Ufficio Scolastico regionale Abruzzo, Massimiliano Nardocci, aveva dichiarato che «la scuola sembra aver agito correttamente, cercando di recuperare il ragazzo, ma fino ad ora non è riuscita a modificare tali comportamenti». L’ufficio aveva promesso di fare «i dovuti accertamenti» riservandosi di segnalare alla Procura eventuali ipotesi di reato.

Il silenzio del Ministero dell’Istruzione

Ad oggi non sarebbe arrivata alcuna risposta dal Ministero dell’Istruzione all’esposto presentato dalla madre dello studente, nella quale denunciava che «il figlio era stato ghettizzato e lasciato solo in classe».

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