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«Mi dicevano che ero scema, grassa, ignorante», Ambra Angiolini ricorda Non è la Rai, trent’anni dopo

24 Agosto 2025 - 21:55 Cecilia Dardana
ambra angiolini bulimia femminismo
ambra angiolini bulimia femminismo
«In realtà il lavoro che facevo mi ha salvata, mi ha tolto da situazioni difficili. Mi sembra di far torto a qualcuno raccontando che per me non è andata male», racconta Angiolini

Ambra Angiolini sceglie di ribaltare i giudizi che, da trent’anni, pesano sul programma di Gianni Boncompagni e sulla sua giovanissima protagonista. Nel 1995 andava in onda l’ultima puntata di un format diventato fenomeno di costume, amatissimo ma anche discusso, oggi spesso guardato con occhio critico. Ospite alla Festa del Cinema del Mare di Castiglione della Pescaia, l’attrice – oggi 48enne – ha ricordato quell’esperienza con parole nette, difendendo un percorso che per lei non è mai stato sinonimo di sfruttamento o leggerezza, ma di crescita. «Quando mi chiedono del mio passato – ha spiegato – si aspettano sempre storie torbide. In realtà il lavoro che facevo mi ha salvata, mi ha tolto da situazioni difficili. Mi sembra di far torto a qualcuno raccontando che per me non è andata male. Ho incontrato la cultura, l’arte, ho avuto la possibilità di scegliere e di dire tanti no».

Le pressioni subito da Angiolini

Angiolini però non nasconde il peso delle pressioni vissute allora: «Non mi sento una persona sfortunata. Diciamo che certi comportamenti in esterno sono stati atroci. Nessuno si chiedeva come stesse una ragazzina di 15 anni. Mi dicevano che non ero capace, che ero scema, grassa, ignorante. Quelli erano i veri attacchi, non quello che accadeva dentro al programma». Anche il rapporto con Boncompagni, spesso travisato, viene oggi raccontato con leggerezza: «Non mi dirigeva in continuazione. Le mie risate nascevano da battute che nulla avevano a che fare con la trasmissione. A volte mi provocava, persino con un rutto in diretta, e io ridevo. Poi i giornali ricamavano sopra, fuori dal contesto».

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