La neonazista Marla-Svenja Liebich andrà in un carcere femminile dopo essersi dichiarata persona trans: scoppia il caso in Germania


Sarà il carcere femminile di Chemnitz, in Germania, ad accogliere Marla-Svenja Liebich, volto noto dell’estrema destra tedesca, condannata a un anno e mezzo di reclusione per incitamento all’odio, diffamazione e insulti a sfondo neonazista. L’ingresso in cella, previsto per il 29 agosto, ha scatenato la polemica in Germania: dove collocare una persona detenuta che per decenni ha guidato gruppi razzisti e transfobici, ma che di recente ha cambiato legalmente genere? La controversia affonda le radici nel luglio 2023, quando il tribunale distrettuale di Halle ha inflitto a Liebich una condanna senza possibilità di libertà vigilata. Il ricorso presentato è stato respinto, rendendo definitiva la pena. All’epoca, era ancora registrato come uomo dal punto di vista anagrafico ed era leader del gruppo neonazista Blood & Honour e figura centrale della scena dell’ultradestra dell’Est tedesco.
Gli insulti contro le persone trans e la legge che gli ha concesso il cambio di genere
Alla fine del 2024, utilizzando la nuova legge tedesca sull’autodeterminazione di genere, Liebich ha cambiato nome e genere nei registri ufficiali. Una semplice dichiarazione in anagrafe gli ha permesso di diventare, a tutti gli effetti, Marla-Svenja. Ed è qui che si è acceso lo scontro politico e mediatico perché in molti si sono chiesti se la mossa fosse autentica o una provocazione tipica del personaggio studiata per sfruttare in modo negativo la normativa. Liebich, in passato, ha definito le persone trans «parassiti della società» e ha parlato più volte di «transfascisti». Senza contare che ha messo in atto negli anni provocazioni violente che hanno colpito più categorie vulnerabili, a partire dalla vendita di mazze da baseball anti-migranti definite «il miglior modo per farli tornare a casa».
Lo scontro con i media tedeschi
Secondo Der Spiegel, «è dubbio che il cambiamento sia serio». Il settimanale tedesco, citando la lunga militanza neonazista e le dichiarazioni transfobiche del passato, ha parlato di «un atto probabilmente abusivo» pensato per «mettere in imbarazzo lo Stato» perché «Liebich è nota da anni per le sue opinioni estremiste di destra e in passato ha anche rilasciato dichiarazioni contro la comunità lgbtqia+». Liebich ha denunciato la testata, ma il Consiglio della Stampa ha respinto il ricorso come infondato. La polemica non si è fermata. Mentre alcuni attivisti trans hanno salutato il trasferimento in una sezione femminile come una vittoria dei diritti, alcuni conservatori e media hanno usato il caso per criticare il governo. Julian Reichelt, ex direttore della Bild e oggi a capo del portale Nius, ha scritto che «Liebich non è una donna», accusando la coalizione di costringere l’informazione a «sostenere cose grottescamente false». Portato in tribunale per queste affermazioni, Reichelt ha vinto la causa.
Liebich conferma l’ingresso in carcere
Il procuratore capo di Halle, Dennis Cernota, ha confermato che Liebich inizierà la pena a Chemnitz, ma ha precisato che l’amministrazione penitenziaria potrà trasferirla in un altro istituto se dovessero emergere rischi per la sicurezza o per l’ordine interno. Liebich ha confermato personalmente su X l’ingresso in carcere: «Il 29 agosto alle 22 arriverò a Chemnitz con le mie valigie».