La gaffe della leghista Susanna Ceccardi contro un ritrovo islamico. La foto rilanciata sui social e la processione pugliese


A furia di tuonare sui social contro l’«invasione islamica», l’eurodeputata leghista Susanna Ceccardi è riuscita a vederne una persino in una processione cattolica. Ad accorgersi dello scivolone è Matteo Pucciarelli, che su Repubblica ha ricostruito la gaffe in cui è incappata l’esponente toscana del Carroccio. Nei giorni scorsi, Ceccardi ha rilanciato sui social la card del quotidiano Il Tempo su una manifestazione per ricordare la nascita di Maometto nel quartiere San Donato, a Bologna, per ricordare la nascita di Maometto.
La foto della processione della Settimana santa
A indirla è stato un centro islamico pachistano che si è rivolto ai soli uomini, mentre le donne erano invitate a restare a casa. Ceccardi, i cui profili social abbondano di denunce di episodi simili, ne ha subito approfittato per rilanciare la notizia con un post. «Questa non è una festa, è discriminazione. E le femministe? Mute. Basta ipocrisie! Stop islamizzazione!», scrive l’eurodeputata leghista. E a corredo c’è una foto che mostra una schiera di persone a che a prima vista sembrano donne musulmane col burqa. Peccato che l’immagine scelta per quella denuncia sui social non rappresenta la manifestazione islamica di Bologna, ma la processione della Desolata che si svolge ogni anno a Canosa di Puglia e a Teramo il sabato della Settimana santa. Un evento cattolicissimo, per niente islamico, in cui il coro delle donne racconta il dolore della Vergine Maria in un’atmosfera di grande intensità.
Il post rimosso dai social (ma non tutti)
Accortasi della gaffe, Ceccardi ha prontamente rimosso il post incriminato su Facebook e Instagram, mentre a distanza di tre giorni è ancora visibile su Threads. L’esponente leghista, d’altronde, non è del tutto nuova a scivoloni di questo genere. Nel 2023, celebrò il primato dei vini Antinori «alla faccia della Ue», nonostante fossero anche – o proprio – i soldi europei ad aver contribuito al successo della cantina (lei sostenne che in quel caso non ci fu alcuna gaffe), mentre qualche anno prima fece discutere l’affermazione in cui definì il brano Imagine di John Lennon «un inno marxista e comunista».
