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Viterbo, l’attentato sventato durante la festa di Santa Rosa: «Due turchi pronti a sparare con mitra e pistole»

04 Settembre 2025 - 05:10 Alessandro D’Amato
viterbo attentato santa rosa arresti turchi
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Il blitz prima del Trasporto. Avevano affittato una stanza in un B&B che si trova alla fine della manifestazione. Forse sono uomini della mafia turca. E avrebbero legami con l'Isis-K

Ieri sera a Viterbo la tradizione è stata rotta. Il Trasporto della Macchina di Santa Rosa, che tradizionalmente attraversa la città a luci spente, stavolta è stato effettuato con l’illuminazione. E per un motivo ben preciso: nel pomeriggio intorno alle 18 la Digos ha arrestato due uomini di origine turca. Che avevano con loro una mitragliatrice e altre armi. E un piano dettagliato con armi pronte a sparare. La decisione delle luci accese, data senza spiegazioni sull’attentato sventato, ha scatenato le proteste dei viterbesi. Ad assistere all’evento c’erano anche il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, quello della Cultura Alessandro Giuli, la vicepresidente del Parlamento Europeo Antonella Sberna, Arianna Meloni e il deputato Mauro Rotelli. Tutti sono stati portati in sicurezza prima del blitz.

L’attentato sventato a Viterbo

Secondo i calcoli della polizia, scrive oggi Il Messaggero, c’erano 40 mila persone nel centro storico di Viterbo. Intanto due cittadini turchi si trovavano in un bed and breakfast della centralissima via di Santa Rosa. Probabilmente sono legati alla rete criminale del boss turco Baris Boyun. La strada si trova nella salita che arriva al punto finale del Trasporto, che è anche patrimonio Unesco. I turchi avevano probabilemnte pianificato di sparare sulla folla. Durante la perquisizione sono state sequestrate una mitragliatrice e due pistole, cariche e pronte all’uso. Il commando era composto da tre persone. Uno è riuscito a scappare. I due arrestati non hanno voluto rispondere alle domande del pubblico ministero.

I cecchini sui tetti

Nella cittadina laziale è stato convocato d’urgenza il comitato di sicurezza. Sono stati schierati i Nocs, i cecchini sui tetti, e le unità cinofile antibomba. Il capofacchino Luigi Aspromonte ha annunciato il Trasporto con l’illuminazione accesa. A metà del percorso le luci sono state spente. Ma senza parlare dell’attentato per non scatenare il panico. Lo scorso anno la polizia ha smantellato una cellula della rete di Boyun. Che è stato arrestato il 22 maggio 2024 a Bagnaia insieme ad alcuni suoi complici. Poi, il 25 agosto, il fermo di Ismail Atiz, anche lui in un affittacamera. Atiz è accusato di riciclaggio, estorsioni, minacce, danneggiamenti e uso di armi da fuoco.

La mafia turca

Boyun è un capo della mafia turca. E l’antiterrorismo ha scoperto il piano per Santa Rosa proprio seguendo le tracce dell’ultimo arrestato. E da qui quelle della cellula che ha preso alloggio nel capoluogo della Tuscia. I due arrestati sarebbero incensurati in Italia. Ma sono legati alla criminalità organizzata turca. Si cercano anche collegamenti con il mondo del fondamentalismo islamico. E con l’Isis Khorasan, la cellula jihadista di Abu Bakr al-Baghdadi, autoproclamato emiro dello “Stato Islamico”, eliminato da un blitz Usa in Siria a fine ottobre 2019. Si era detto che la cellula dell’Isis-K aveva pensato a un attentato a Papa Francesco dopo la sua visita un anno fa a Trieste.

Gli arresti

La notizia è stata successivamente smentita. La procura, insieme ai servizi segreti italiani, ha arrestato pochi giorni fa Hasan Uzun, 46 anni, cittadino turco riparato in Svizzera. A Viterbo, nel carcere di Mammagialla, si trovava anche un cittadino tunisino protagonista di una rivolta in carcere e inserito nella lista dei 115 estremisti islamici espulsi dall’Italia. Faceva proselitismo con i giovani nordafricani.

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