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Marocco, indossa una maglietta con la scritta «Allah è lesbica»: carcere per la femminista Ibtissam Lachgar

05 Settembre 2025 - 09:17 Alba Romano
Ibtissam Lachgar
Ibtissam Lachgar
Psicologa clinica di 50 anni, è stata condannata da un tribunale di Rabat per «offesa all’islam»

Una maglietta con la scritta “Allah è lesbica” è costata due anni e mezzo di carcere a Ibtissam Lachgar. La femminista marocchina, psicologa clinica di 50 anni, è stata condannata da un tribunale di Rabat per “offesa all’islam”. La notizia è stata riportata dal Foglio. L’arresto risale a un mese fa, dopo che Lachgar aveva pubblicato sui social una foto scattata a Londra durante il festival Women Create!, evento dedicato ad artiste e attiviste perseguitate. Nello scatto appare in posa, le mani sui fianchi e la frase sul petto: “Allah è lesbica”, scritta in arabo con calligrafia coranica. A corredo aveva aggiunto un commento duro: «Ci stancate con le vostre assurdità religiose, le vostre accuse. Sì, l’islam è fascista, fallocratico e misogino».

Una società maschilista

In Marocco i rapporti di genere restano segnati da forti disuguaglianze. In caso di divorzio, ad esempio, la tutela dei figli passa automaticamente al padre. Sul piano delle eredità, poi, una figlia riceve sempre la metà di quanto spetta al fratello. La poligamia, pur regolata dalla legge, è ancora praticata. In questo scenario, un gesto di rottura come quello di Lachgar è stato giudicato come un oltraggio intollerabile, costato alla donna due anni e mezzo di reclusione, come stabilito dalla Corte di Rabat.

La lunga militanza di Ibtissam Lachgar

Lachgar non è nuova a provocazioni pubbliche. Cofondatrice del Movimento alternativo per le libertà individuali, da anni costruisce la propria battaglia contro i tabù sociali e religiosi. Nel 2013 organizzò un “kiss-in” a Rabat per protestare contro l’arresto di due adolescenti accusati di essersi baciati in strada. L’iniziativa fece il giro del mondo, ma le costò una pioggia di minacce e critiche. Laureata in psicologia a Parigi, è una figura conosciuta anche in ambienti internazionali. Il suo radicalismo le ha però alienato molte simpatie, anche in Occidente. Ha criticato il femminismo “gender” e attaccato duramente la religione islamica, attirandosi accuse di islamofobia.

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