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Dai microfoni a tempo alla Riforma della giustizia, passando per la legge di Bilancio. L’autunno a tappe forzate del Parlamento: ecco scadenze e novità

08 Settembre 2025 - 17:48 Sofia Spagnoli
camera deputati aula
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Tra i testi attesi in Aula alla Camera c’è l'intervento sulla giustizia che introduce la separazione delle carriere tra i magistrati. Mercoledì, la Conferenza dei capigruppo di Camera e Senato definirà il calendario dei lavori

Riprendono domani, 9 settembre, a pieno ritmo, i lavori parlamentari. Si parte con un avvio relativamente blando, com’è tipico delle prime settimane post-estive, ma il calendario dei prossimi mesi si preannuncia fitto di appuntamenti centrali, con riforme di peso, a partire da quelle istituzionali. Tra i dossier più attesi c’è la riforma della giustizia, che introduce la separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante, un pilastro della visione di governo di Giorgia Meloni, che accompagna la maggioranza fin dall’inizio della legislatura. Nel frattempo, è già fissato per mercoledì il primo snodo operativo: si riunirà la Conferenza dei capigruppo sia alla Camera che al Senato per definire il calendario dei lavori dei prossimi tre mesi. Ma alcuni appuntamenti sono già noti. Facciamo il punto.

La prima settimana e il test dei nuovi microfoni a tempo

A partire da domani, e per le prime due settimane di lavori, l’Aula sarà impegnata nella ratifica di diversi accordi bilaterali, oltre ad alcuni accordi internazionali. Tra gli appuntamenti più attesi di questa prima settimana figurano due momenti chiave: il question time di mercoledì, che segnerà anche il ritorno dell’attività a pieno regime tra i corridoi di Montecitorio e l’informativa urgente del Governo, prevista per giovedì 11 settembre alle ore 12. In quell’occasione, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, riferirà in Aula sui recenti sviluppi delle crisi in Ucraina e in Medio Oriente. Sarà interessante osservare anche come i parlamentari accoglieranno una novità tecnica introdotta durante la pausa estiva: i microfoni “a tempo”. Il nuovo sistema prevede che, durante il question time, i deputati abbiano al massimo un minuto per illustrare la propria domanda al ministro, che risponderà successivamente. Pensata per snellire i tempi, la novità ha però già sollevato qualche preoccupazione: c’è chi teme che possa generare caos in Aula, soprattutto durante l’appuntamento di mercoledì con i ministri.

Mozioni sull’aumento di spese militari

Sempre nella prima settimana, c’è un altro appuntamento da segnare in agenda: mercoledì l’Aula della Camera sarà chiamata a votare le mozioni sull’aumento delle spese militari. Al momento, sono quattro i testi depositati prima della pausa estiva, tutti di iniziativa delle opposizioni – Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva e Azione – ma il regolamento consente la presentazione di ulteriori mozioni fino al giorno stesso del voto. A differenza di quanto avvenuto in passato su temi divisivi, la maggioranza ha scelto di non presentare un proprio testo unitario, segnale di una possibile tensione interna sull’argomento. Si guarda con attenzione soprattutto alla posizione della Lega, che ha più volte espresso contrarietà all’aumento delle spese per la Difesa, soprattutto da quando si sono intensificati i conflitti sullo scenario internazionale. E il rischio politico, ora, è che alcuni deputati leghisti possano convergere sul testo del M5s, mettendo alla prova la compattezza della coalizione.

I decreti legge tra Camera e Senato

Tra i primi provvedimenti su cui il Parlamento tornerà a lavorare c’è il decreto approvato dal Governo a fine luglio che prevede, da un lato, il commissariamento temporaneo dell’Agenas (Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali), con la nomina di un commissario straordinario in carica fino al 31 dicembre per garantirne la piena operatività; e dall’altro, lo stanziamento fino a 20 milioni di euro annui dal Fondo sanitario nazionale a favore dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Il testo è attualmente all’esame della Commissione Affari costituzionali del Senato e dovrà essere convertito in legge entro il 30 settembre. Tra i primi dossier sul tavolo anche quello relativo allo smaltimento dell’arretrato nei tribunali civili, assegnato alla commissione Giustizia della Camera, e un altro decreto-legge approvato l’8 agosto in Consiglio dei ministri, che mira a combattere i traffici illeciti di rifiuti e l’emergenza ambientale. Si tratta del provvedimento intitolato: “Disposizioni urgenti per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti, per la bonifica dell’area denominata Terra dei fuochi, nonché in materia di assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi”, attualmente all’attenzione della commissione Giustizia al Senato.

La separazione delle carriere

Riprende mercoledì, in Commissione Affari costituzionali della Camera, l’esame della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati. Si tratta della cosiddetta “seconda lettura conforme”: una fase in cui il testo, già approvato in forma identica da entrambe le Camere, non può essere modificato, ma solo approvato o respinto. Il provvedimento era stato approvato in prima lettura dalla Camera il 16 gennaio, nel testo licenziato dal Consiglio dei ministri, e successivamente dal Senato il 22 luglio, che ha confermato integralmente quanto votato da Montecitorio. La seconda lettura alla Camera è formalmente iniziata il 29 luglio, e prima della pausa estiva si erano già tenute tre sedute. Il lavoro riprenderà con due nuove riunioni della Commissione, mercoledì e giovedì. Sempre mercoledì, durante la Conferenza dei capigruppo, la maggioranza dovrebbe chiedere la calendarizzazione in Aula, con l’obiettivo di arrivare al via libera definitivo di Montecitorio entro fine mese. A quel punto la parola passerà di nuovo al Senato, che potrà approvare in via definitiva la riforma a partire dal 22 ottobre, vale a dire tre mesi dopo la sua prima deliberazione, come previsto per le riforme istituzionali.

Ddl sul Fine vita

Appuntamento a settembre anche con il disegno di legge sul fine vita. Il voto sugli emendamenti in Aula al Senato era stato rinviato a fine luglio, dopo la riunione dell’Ufficio di presidenza delle Commissioni Giustizia e Sanità di Palazzo Madama, incaricato di coordinare l’iter parlamentare del provvedimento. Una scelta condivisa da maggioranza e opposizione, che avevano deciso di prendersi ancora un po’ di tempo per affrontare con maggiore attenzione un tema delicato e profondamente divisivo. “Così ragioniamo meglio”, avevano fatto sapere. Il rinvio era arrivato a soli due giorni dalla morte di Laura Santi, la giornalista affetta da sclerosi multipla che il 22 luglio aveva scelto di ricorrere al suicidio assistito, autosomministrandosi un farmaco letale con il supporto del marito.

Legge di Bilancio 2026

Da metà ottobre, i riflettori si sposteranno sulla Legge di Bilancio, il testo che definisce nel dettaglio come e dove verranno spese le risorse pubbliche nel 2026. Tradizionalmente viene depositata verso la fine di ottobre e arriva in aula entro la fine dell’anno. In questi giorni, il Governo ha già avviato le prime riflessioni interne su come impostare la manovra, e quella di quest’anno si preannuncia particolarmente complessa. Per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sarà un esercizio delicato: trovare un equilibrio tra promesse politiche interne e vincoli europei, con un’attenzione crescente soprattutto ai capitoli legati alla Difesa.

Riforma della maturità

Sul tavolo anche il decreto-legge con misure urgenti per la riforma dell’esame di maturità, approvato dal Consiglio dei ministri giovedì 4 settembre e destinato con ogni probabilità alla Commissione Istruzione del Senato. Tra le novità principali, l’introduzione di un colloquio orale basato su quattro materie, che verranno comunicate dal Ministero dell’Istruzione entro gennaio. Ma il punto più discusso è la stretta sulla cosiddetta “scena muta”: anche in presenza di un punteggio complessivo sufficiente alla promozione, lo studente che non risponde all’orale dovrà ripetere l’anno. Al momento il decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma una volta pubblicato dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni. La scadenza, salvo ritardi, cadrà quindi verso fine novembre.

Ddl sul reato di femminicidio

Procederà spedito anche l’iter del ddl che introduce il reato di femminicidio come fattispecie autonoma, attualmente in Commissione Giustizia alla Camera. Il testo, di iniziativa governativa – e frutto di una mediazione tra i gruppi in commissione – è stato approvato dal Senato il 25 luglio. Dovrebbe ottenere il via libera alla Camera entro il 25 novembre. Quanto al contenuto, il disegno di legge introduce l’articolo 577-bis del codice penale, che definisce il reato di femminicidio e prevede la pena dell’ergastolo per chiunque provochi la morte di una donna «commettendo il fatto con atti di discriminazione o odio verso la vittima in quanto donna, oppure qualora il fatto sia volto a reprimere l’esercizio dei diritti, delle libertà o della personalità della donna».

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