Ultime notizie Delitto di GarlascoJannik SinnerLegge di bilancioSigfrido Ranucci
ESTERIFranciaNo vaxScioperiVideo

Francia nel caos per le proteste dei “Bloquons Tout”. Almeno 290 arresti, in migliaia in piazza contro il governo – Il video

10 Settembre 2025 - 16:52 Alessandro D’Amato
Chiusi i musei Louvre e d'Orsay. Blocchi stradali e tensioni con la polizia

Salgono a 290 le persone arrestate nel corso delle manifestazioni che stanno scuotendo la Francia proprio in queste ore. Il movimento Bloquons Tout, nato sui social network, sta paralizzando il Paese per protestare contro il piano di austerità proposto dall’ormai ex premier François Bayrou, defenestrato proprio ieri, martedì 9 settembre. Infrastrutture, luoghi simbolici, scuole, carte di credito: il giorno dopo la nomina di Sèbastien Lecornu, i francesi sono scesi in piazza dall’alba per una mobilitazione difficile da quantificare in termini numerici. Intanto, 80mila tra gendarmi e agenti di polizia sono stati mobilitati per rimuovere i blocchi. Che «non saranno tollerati», ha avvertito il ministro dell’Interno dimissionario, Bruno Retailleau. Alle 11, erano state registrate 430 azioni, tra cui 273 raduni e 157 blocchi stradali. In piazza oltre 29.000 partecipanti. Momenti di tensione si sono verificati nei pressi di Gare du Nord a Parigi, dove manifestanti e gruppi di black bloc infiltrati si sono violentemente scontrati con le forze dell’ordine, oltre che a Lione. Sono stati registrati anche 105 incendi su strade pubbliche, mentre almeno quattro agenti delle forze dell’ordine sono rimasti feriti.

Gli arresti e i blocchi stradali

Sarebbero saliti a 200 gli arresti in tutta il Paese. Incidenti e tafferugli fra manifestanti e polizia sono stati segnalati in diverse città. A riferirlo è il ministro francese dell’Interno, Bruno Retailleau che riporta che ai fermi si sarebbero aggiunte «una cinquantina di azioni di sblocco» da parte delle forze dell’ordine. Solo a Parigi sarebbero scattate 132 manette, come ha precisato la prefettura di zona. Sempre nella capitale, la polizia è intervenuta anche con lancio di lacrimogeni davanti ad alcuni licei, diventati i punti più caldi della protesta. Scontri e biciclette in fiamme sono segnalati poi a place de la Nation. Auto incendiate e tafferugli tra agenti e manifestanti anche a Rennes, Nantes, Lione e Tolosa. Per Retailleaul, «la protesta non ha nulla di una protesta civica. E’ stata snaturata, accaparrata e confiscata dall’estrema e dall’ultra sinistra». Eppure, secondo quanto si apprende dall’ANSA, i manifestanti sarebbero, per ora, «soltanto» tremila in tutto il Paese.

Chiusi i musei Louvre e d’Orsay

Chiusi a Parigi il Musée d’Orsay e una parte del Louvre. «A causa di un movimento sociale nazionale il Musée d’Orsay è chiuso oggi 10 settembre. Vi preghiamo di scusarci per il disagio», si legge in un messaggio pubblicato sul profilo X del celebre polo. Messaggio similare al Louvre: «Cari visitatori, a causa di un movimento sociale alcune sale del Museo del Louvre sono eccezionalmente chiuse». Disagi anche alla Biblioteca Nazionale di Francia (Bnf), con la limitazione degli orari su alcune aree e la Salle Labrouste, chiusa per tutto il pomeriggio.

Incendiato un ristorante coreano

Un incendio a Parigi ha colpito un edificio nel centro, vicino a Les Halles. Lo rende noto Le Figaro mentre sono in corso le proteste. alcune fiamme sono partite dal Wafu Bar, in Rue Saint-Denis. Le forze dell’ordine hanno evacuato la zona e i vigili del fuoco sono sul posto. L’area del Forum Les Halles è chiusa così come le metro in zona e la Rer.

Il tentativo fallito di bloccare l’autostrada

A Porte de Montreuil, nella parte est di Parigi, i manifestanti hanno dato fuoco ai bidoni della spazzatura e hanno tentato di ostruire i binari del tram prima che la polizia smontasse gli ostacoli e disperdesse la folla. I manifestanti, poi, hanno fatto irruzione in autostrada nel tentativo di bloccare il traffico, ma sono stati fermati dalle forze dell’ordine. La tensione nella capitale è cresciuta anche intorno alla Gare du Nord, uno snodo strategico per l’Europa intera. Qui, alle 10.30 si sono radunate alcune centinaia di persone e la polizia ha chiuso l’accesso. Secondo i media locali, i manifestanti starebbero cercando di forzare l’ingresso.

Bloquons Tout

Il capo della polizia di Parigi Laurent Nuñez aveva detto che si aspettava azioni di forza, proprio perché il movimento è stato preso in mano dall’estrema sinistra. Bloquons Tout è un movimento orizzontale nato su TikTok che somiglia molto ai Gilet Gialli. Ma, secondo un sondaggio della Fondazione Jean Jaurès riunisce persone più giovani e più schierate politicamente. Bloquons Tout contesta le riforme annunciate da Bayrou come l’eliminazione dei giorni festivi, il raddoppio delle franchigie mediche e il risanamento dei conti. E contesta le classi dirigenti del paese. Con un obiettivo più grande: Emmanuel Macron. Secondo un sondaggio de La Tribune il 46% dei francesi guarda con simpatia al movimento.

Le feste di addio a Bayrou

La manifestazione è stata preceduta dalle feste di addio ai Bayrou. Che hanno riunito 11 mila persone davanti ai municipi di tutta la Francia, secondo la polizia. Si prevedono disagi su alcune linee Intercités e TER e sulla rete della regione parigina (RER B e D, linee H e R), oltre che in tutti gli aeroporti francesi. Previsti anche tentativi di bloccare la periferia di Parigi, le tangenziali di diverse città e le autostrade. Le autorità stanno monitorando in particolare i “punti di interesse vitali”, come le raffinerie. La Cgt e Solidaires hanno aderito alla manifestazione, mentre altri sindacati hanno preferito ignorarla.

Il mondo agricolo

La Confédération paysanne, il terzo sindacato agricolo francese, ha annunciato la sua partecipazione. «Sono molto arrabbiato con la politica», confida il portavoce della Confédération paysanne della Côte-d’Or, Thomas Maurice, che manifesterà mercoledì pomeriggio a Digione. Anche l’associazione delle madri single parteciperà. Si prevede di allargare le proteste fino al 18 settembre, quando scenderanno in piazza i sindacati. Ma chi sono i leader della protesta? L’appello è nato a luglio ed è rimbalzato subito tra i profili social di complottisti e sovranisti. Dal sovranismo all’estrema sinistra, il collante è la rabbia: contro l’austerità, contro la guerra, contro il capitalismo.

Chi sono

Jean-Luc Mélenchon e La France Insoumise hanno deciso di cavalcare la protesta. Le autorità temono infiltrazioni di black bloc, violenze, sabotaggi. Secondo alcune ricostruzioni, lo slogan è nato a luglio sul canale Telegram “Les Essentiels” che ha diffuso la data del 10 settembre come giornata di mobilitazione. Poi è cominciato il tam tam, con catene di post e messaggi su Facebook, video su TikTok e persino deepfake, montaggi video realizzati con l’intelligenza artificiale, che riprendono il popolare comico Coluche, morto nel 1986, che invita i francesi a partecipare al movimento.

Complottisti, filorussi e no-vax

«L’iniziativa è cominciata in circoli sovranisti vicini all’estrema destra, ma anche in gruppi complottisti, filo-russi o anti-vax», spiega a Repubblica Bruno Cautrès, politologo di Sciences Po. «Il tema del popolo sovrano è una sintesi tra slogan di sinistra e di destra», osserva Frédéric Gonthier, sociologo di Sciences Po Grenoble. Secondo un sondaggio di Ipsos, i simpatizzanti di sinistra sostengono massicciamente il movimento (il 73% tra gli elettori di La France Insoumise, il 67% tra gli ecologisti e il 61% tra i socialisti) e, in misura minore, anche quelli del Rassemblement National (58%).

In copertina: Foto Ansa/GUILLAUME HORCAJUELO

leggi anche