Usa, il piano dell’amministrazione Trump per collegare 25 morti infantili ai vaccini anti-Covid. Gli scienziati: «Disinformazione pericolosa»


L’amministrazione di Donald Trump intende collegare la morte di 25 bambini ai vaccini contro il Coronavirus. La mossa, riferiscono fonti interne a Washington, citate dal Washington Post, si baserebbe sui dati del Vaers, “Vaccine Adverse Event Reporting System”, ossia un database pubblico che raccoglie segnalazioni di eventi avversi dopo la vaccinazione ma che, come ricorda il Centro di Controllo per le Malattie, non è verificato e non prova alcun nesso causale. Secondo il Washington Post, i funzionari sanitari dell’amministrazione stanno preparando una presentazione che includerà i decessi pediatrici e che sarà discussa la prossima settimana davanti alla commissione che dirama le linee guida per la vaccinazione degli americani.
I decessi di bambini
La decisione ha creato tensione tra gli esperti di sanità pubblica, che ricordano come i vaccini anti-Covid siano stati ampiamente studiati anche nei bambini e come, a fronte di una crescente attenzione sugli effetti collaterali, il pericolo del virus venga ancora oggi sottovalutato. A giugno, lo staff del Centro di Controllo per le Malattie ha presentato dati che mostrano almeno 25 morti pediatriche dovute al Covid dallo scorso anno, ma nessuno dei bambini – precisa il quotidiano americano – in età da vaccino era in regola con le dosi. Afferma l’autorità che è probabile che questo numero sia «sottostimato». «Analizziamo regolarmente i dati di sicurezza, ma le raccomandazioni che faremo al comitato saranno basate su standard scientifici rigorosi e presentate in maniera trasparente», ha spiegato un portavoce del Dipartimento della Salute guidato Robert Kennedy Jr, da sempre scettico sui vaccini.
Scienziati in allarme: «Si rischia di diffondere disinformazione»
La questione dei vaccini è discussa più sul campo politico che su quello sanitario: Kennedy Jr. ha già ordinato lo stop alla raccomandazione generalizzata per i bambini sani. Il nuovo orientamento potrebbe restringere ulteriormente l’accesso alle dosi, raccomandandole solo per gli over 75 o per chi ha patologie pregresse. Una scelta che, secondo i critici, rischia di ridurre la protezione della popolazione. I dati diffusi dalle aziende farmaceutiche, dalle agenzie statunitensi ed europee concordano sul fatto che i benefici superano i rischi. «Stanno sfruttando questa piattaforma per diffondere informazioni false sui vaccini e spaventare le persone», ha dichiarato Noel Brewer, professore di sanità pubblica all’Università della Carolina del Nord, secondo cui «Il governo degli Stati Uniti è ora coinvolto nella diffusione di informazioni errate sui vaccini».