Adinolfi nel mirino de Le Iene. Giallo sui migliaia di euro dovuti ai partecipanti del gruppo Scommessa Collettiva


«Chi si associa alla Scommessa Collettiva non può perdere, se succede paghiamo noi». Così Mario Adinolfi a proposito di Scommessa Collettiva, un gruppo di scommesse al quale chiunque poteva associarsi per poi godersi le vincite che ne sarebbero derivate. Il meccanismo era semplice: chi voleva aderire scriveva una mail ad Adinolfi, pagava la quota d’ingresso (da 3 a 10 mila euro a seconda del rendimento che si puntava ad ottenere) e aspettava di riscuotere le vincite, incoraggiato dalle continue promesse e rassicurazioni del fondatore del gruppo. Un sistema che sembrava perfetto, fino a quando alcuni scommettitori hanno chiesto di ritirare le proprie vincite. Tra scuse, ritardi e rinvii, Adinolfi non ha dato seguito alle riscossioni e i suoi creditori si sono trovati a ricevere molto meno del dovuto. Per alcuni quei soldi avrebbero fatto la differenza: una di questi è la signora Angela, che ha denunciato l’accaduto alle Iene.
Il sistema apparentemente perfetto di Scommessa Collettiva, il betting group di Mario Adinolfi
La storia che la signora Angela, pensionata sola e con invalidità, racconta alle Iene, è simile a quella di tanti altri che hanno affidato i loro risparmi al betting group Scommessa Collettiva. Dopo il pagamento di una quota d’ingresso del valore di 9 mila euro, la signora avrebbe via via continuato ad inviare denaro per le scommesse, ricevendo indietro una minima parte delle vincite. Il bilancio finale è impietoso: a fronte di un investimento di 82 mila euro, la signora si è vista accreditarne indietro meno di un terzo. Eppure il sistema garantiva soldi facili: scommettendo ripetutamente su eventi sportivi quotati pochissimo, le vincite erano molto probabili e i rendimenti bassi potevano diventare somme consistenti sul lungo periodo. Inoltre, le vincite, già tassate, non erano da includere nella dichiarazione dei redditi e potevano essere accreditate con facilità.
Elezioni, controlli antiriciclaggio e investimenti all’estero: tutte le scuse di Adinolfi
L’attività di Adinolfi come gestore di scommesse risale almeno al 2009, anno di alcuni post su Facebook (ritrovati dalle Iene) nei quali suggeriva giocate facili su cui puntare senza pericolo di rimetterci. Il modello si è poi evoluto in Scommessa Collettiva, un sistema ben più organizzato ed esteso, con tanto di offerte per entrare a prezzi scontati durante il Black Friday. All’allettante proposta di giocare senza perdere praticamente mai, hanno quindi aderito in molti, ma solo in pochi possono dirsi soddisfatti. Delle quattro persone incontrate dalle Iene solo una ha guadagnato più di quanto ha speso, mentre gli altri hanno assistito al repertorio di scuse esibito da Adinolfi per non pagare. Dalle turbolenze del periodo elettorale ai controlli antiriciclaggio fino a presunti investimenti all’estero, adducendo persino la sua partecipazione a L’isola dei famosi.
Una vicenda in attesa di sviluppi legali
Raggiunto dalle Iene per un confronto, Adinolfi si è dichiarato estraneo alla cosa, sostenendo che il gruppo Scommessa Collettiva è chiuso da tempo e che tutti i creditori hanno ricevuto quanto spettava loro. Ma la vicenda, sollevata già dal Cerbero Podcast nell’estate 2023, è destinata a continuare con accertamenti delle autorità competenti. L’ex deputato ha già dichiarato di voler avviare una causa per difendere la propria reputazione, ma potrebbero esserci ulteriori sviluppi legali.
Crediti immagine: Servizio “Adinolfi, dove sono i soldi delle scommesse?” da Le Iene, 14 settembre 2025