«Governo italiano complice di Israele»: la denuncia alla Cpi per il «genocidio» a Gaza


Il dirigente dell’Istituto di studi giuridici internazionale del Cnr Fabio Marcelli denuncia il governo e le imprese italiane per il «genocidio» a Gaza. E lo fa davanti alla Corte Penale Internazionale. Lo ha annunciato con un post su un blog del Fatto Quotidiano ripreso oggi da Il Giornale. «La guerra mondiale che si avvicina a grandi passi riempie di gioia e di speranza i rappresentanti della florida industria degli armamenti». Poi l’accusa: «Costoro sono responsabili in prima persona di guerre e genocidi in atto e per questo motivo la denuncia per complicità in genocidio che trasmetteremo a inizio ottobre alla Corte penale internazionale riguarderà, oltre a tre pilastri del governo italiano come Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Guido Crosetto, anche l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani».
La denuncia
La Cpi quindi dopo il caso Almasri si troverebbe a dover valutare l’operato dell’esecutivo. Così come ha fatto con Benjamin Netanyahu, del quale ha chiesto l’arresto. Il capo d’imputazione sarebbe quello di genocidio. «Abbiamo un nuovo cattivo maestro» osservano da Forza Italia. «È gente talmente accecata dall’odio e dall’ideologia da non rendersi conto della gravità delle parole che pronuncia», dice Raffaele Nevi, portavoce azzurro. E il capogruppo Maurizio Gasparri parla di un clima d’odio alimentato di chi «confonde la realtà con la fantasia». Intanto il Consiglio regionale della Campania approva all’unanimità una mozione che «condanna gli atti di guerra a Gaza». E invita il governo a «sospendere ogni rapporto istituzionale e commerciale con il governo israeliano guidato da Netanyahu». La mozione, su iniziativa del consigliere Michele Cammarano e di altri, ha unificato tutte le altre che erano state presentate in aula sulla guerra a Gaza.
La Spagna
Il governo spagnolo ha nel frattempo annullato un contratto del valore di quasi 700 milioni di euro per lanciarazzi di progettazione israeliana. La decisione arriva dopo che il premier Pedro Sanchez la scorsa settimana ha annunciato che il suo governo avrebbe «consolidato per legge» il divieto di vendita o acquisto di equipaggiamento militare con Israele a causa della guerra condotta dall’Idf a Gaza. Il contratto, assegnato a un consorzio formato da aziende spagnole, prevedeva l’acquisizione di 12 unità del sistema lanciarazzi ad alta mobilità sviluppato a partire dal sistema Puls del gruppo israeliano Elbit Systems, secondo il “Military Balance” dell’International Institute for Strategic Studies.
L’economia di Israele
E 80 tra i più importanti economisti israeliani hanno detto che l’economia del paese è in pericolo, in un documento visionato da Yedioth Ahronoth. «Questo èun severo avvertimento per il timore di una catastrofe economica senza precedenti in Israele, se non si verifichera’ un drastico cambiamento nell’attuale situazione politica e di sicurezza del Paese, che continua a peggiorare», hanno affermato. Stamane il premier Netanyahu ha riconosciuto la difficile situazione in cui si trova il Paese che sta scivolando verso l’isolamento internazionale. La soluzione, ha aggiunto, è diventare una “super-Sparta” e adottare una economia con «caratteristiche autarchiche». Per il leader dell’opposizione Yair Lapid è una follia: «L’isolamento non è un destino, è il risultato delle politiche sbagliate e fallimentari di Netanyahu e del suo governo, che stanno trasformando Israele in un Paese del terzo mondo e non stanno nemmeno cercando di cambiare la situazione».