«Bolsonaro è rimasto per quasi 10 secondi senza respirare»


L’ex presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, che ha trascorso la notte ricoverato in un ospedale di Brasilia, dopo essere stato soccorso d’urgenza è rimasto «quasi 10 secondi senza respirare». A renderlo noto Flavio, uno dei figli dell’ex presidente, aggiungendo che il leader di destra «non ha un bell’aspetto» e sembra «molto disidratato», ma le sue condizioni sono «stabili». Secondo l’ultimo bollettino dalla struttura di Brasilia, il DF Star Hospital, «gli esami hanno mostrato anemia persistente e compromissione della funzionalità renale» e pertanto l’ex presidente rimarrà sotto osservazione per tutta la giornata di mercoledì 17 settembre.
La crisi con singhiozzo, vomito e pressione bassa
Ieri Bolsonaro condannato a 27 anni e tre mesi di carcere, insieme ad altri sette ex membri del suo governo, per il tentato colpo di Stato e altri quattro reati correlati, è stato ricoverato d’urgenza, scortato dalla polizia penale, dopo aver accusato una crisi caratterizzata da singhiozzo, vomito e pressione bassa. Una crisi che segue il ricovero subito due giorni prima, quando l’ex presidente brasiliano era rimasto per cinque ore all’ospedale DF Star, per la rimozione di alcune lesioni cutanee e diagnosticato un’anemia da carenza di ferro.

Il ddl a tutela di un figlio di Jair Bolsonaro
Oggi la Camera dei Deputati brasiliana ha approvato un disegno di legge di modifica della Costituzione che garantisce protezione giudiziaria al deputato Eduardo Bolsonaro, figlio dell’ex presidente Jair. Il testo è una sorta di scudo per deputati e senatori, in quanto limita la capacità della Corte Suprema di avviare procedimenti contro di loro o di ordinare l’arresto o la rimozione dei parlamentari. Il disegno di legge è stato approvato con 344 voti favorevoli nella votazione finale e sarà ora esaminato dal Senato. Trattandosi di una proposta di modifica della Costituzione, la procedura sarà in due fasi e la luce verde arriverà solo in caso di sostegno di almeno tre quinti di entrambe le Camere, ovvero 308 deputati e altrettanti senatori. Senza emendamenti al Senato la legge potrebbe venire promulgata direttamente.