Flotilla, contesta la presenza di un attivista queer a bordo, coordinatore tunisino lascia la missione: «Interferisce coi valori della società musulmana»


Ormai da settimane l’attenzione mediatica si è riversata sulla Global Sumud Flotilla, un’iniziativa civile internazionale, lanciata nell’estate 2025, con l’obiettivo di rompere il blocco navale israeliano su Gaza e consegnare aiuti umanitari attraverso un corridoio marittimo. La flotta, composta da più di cinquanta imbarcazioni e migliaia di partecipanti provenienti da almeno quaranta paesi, si trova attualmente tra le acque della Grecia e di Creta. Le ultime settimane non sono state prive di incidenti, e dopo gli attacchi di droni sembrano essersi aggiunte anche tensioni interne. Secondo quanto riportato dal giornale maghrebino-francese Le Courier de l’Atlas, sono emersi disordini a bordo a causa del rifiuto di uno dei coordinatori, Khaled Boujemâa di accettare l’attivista queer Saif Ayadi.
Chi è Saif Ayadi
Saif Ayadi, è un attivista queer di origini maghrebine, si è unito alla Global Sumud Flotilla ad inizio di settembre, partecipando alle attività di preparazione e partendo insieme al convoglio magrebino. Ayadi, che posta attivamente sui social, ha pubblicato numerosi video presentandosi apertamente come attivista queer, e rivendicando la propria partecipazione alla missione. Poco prima di partire aveva infatti dichiarato che lui ed i suoi compagni erano «determinati a incontrarci e unirci alle altre flottiglie maghrebine e internazionali per spezzare l’assedio su Gaza». La partecipazione di Saif è stata celebrata da molti e aspramente criticata da altri. In particolare da Khaled Boujemâa, che ha risposto alla notizia con profonda disapprovazione.

Khaled Boujemâa, coordinatore anti-queer
Khaled, membro del comitato di coordinamento della componente maghrebina della Flotilla ha pubblicamente annunciato la sua defezione, a Bizerte, durante la seconda tappa tunisina. Questi ha registrato due video criticando la presenza di attivisti Lgbtq+ a bordo affermando che gli fosse stata «nascosta l’identità di alcuni partecipanti all’avanguardia della flotilla». Nel primo video, si sente l’uomo affermare di essere Khaled e di star registrando un messaggio appositamente per Wael Nawar, anche lui parte del comitato direttivo della Flotilla. Khaled rimprovera Nawar dicendo «hai commesso un grande errore», «quello che avete fatto con noi, non va bene». Nel secondo video invece Khaled annuncia le sue dimissioni dicendo: «Io mi dissocio dalla partecipazione di quella persona che ha pubblicato un video e dice: ‘Sono un attivista queer», riferendosi a Saif.

Le altre critiche
Altri attivisti e figure pubbliche di rilievo si sono dissociate dalla partecipazione alla Flotilla, esprimendo critiche simili a quelle di Khaled. Mariem Meftah ha denunciato l’inserimento di attivisti queer nella missione, che secondo lei interferisce con i valori della società musulmana. Allo stesso modo, il presentatore Samir Elwafi ha criticato la presenza di questi attivisti, sostenendo che la causa palestinese sia prima di tutto spirituale e religiosa, e che l’inclusione di movimenti percepiti come esterni rischi di dividere anziché unire la solidarietà verso Gaza. Nonostante la notevole copertura mediatica della Flotilla, questa non ha rilasciato alcun comunicato né sui propri canali social né sul sito ufficiale. Tuttavia la notizia è già data come assodata sulla pagina Wikipedia della Flotilla.