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La Lega attacca Ilaria Salis ma prende una cantonata: la foto usata è quella di un altro pestaggio

23 Settembre 2025 - 23:29 Cecilia Dardana
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L’uomo ritratto è László Dudog, detto “Csöpi”, che fu aggredito il 10 febbraio 2023 a Budapest. Episodio, precisano i documenti ufficiali, che non è mai stato attribuito a Salis neanche dalle autorità ungheresi

La Lega di Matteo Salvini, nel tentativo di rilanciare le accuse contro Ilaria Salis, proprio nel giorno in cui il Parlamento europeo ne ha confermato l’immunità, è incorsa in una clamorosa svista – sperando che di questo si tratti. Coma fa notare Viola Giannoli su La Repubblica, sui propri canali social il partito ha pubblicato la foto di un uomo con il volto tumefatto, accompagnata dalla scritta: «Immunità alla Salis? Un’altra bastonata» e dal commento: «Gli estremisti di sinistra l’hanno ridotto così. Ilaria Salis è tra i colpevoli, come sospettano gli ungheresi?».

La cantonata presa dalla Lega

In realtà, l’immagine non ha nulla a che fare con le contestazioni mosse all’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra. L’uomo ritratto è László Dudog, detto “Csöpi”, esponente della scena neonazista ungherese e membro della band Divízió 88, nota per testi antisemiti al punto da essere censurata anche in Ungheria. Dudog fu aggredito il 10 febbraio 2023 a Budapest, attorno alle 23.30, riportando gravi ferite al cranio e al setto nasale, con una prognosi di 6-8 settimane. Ma quell’episodio, precisano i documenti ufficiali, non è mai stato attribuito a Salis neanche dalle autorità ungheresi.

Gli episodi contestati a Ilaria Salis

La procura di Budapest, nell’atto d’accusa del 31 ottobre 2023, le contesta infatti altri due episodi: un’aggressione a un cittadino ungherese, Zoltan Toth, avvenuta il 10 febbraio alle 12.25, e un’altra, nella stessa giornata alle 22, ai danni di due tedeschi, Robert Fischer e Sabine Brinckmann. Il processo a Salis è ancora in corso e l’eurodeputata non è stata dichiarata colpevole: la vicenda Dudog resta giuridicamente separata. L’utilizzo improprio di quella fotografia da parte della Lega non fa altro che confondere l’opinione pubblica e alimentare polemiche su un caso già altamente sensibile.

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