Direttrici d’orchestra contro: «Beatrice Venezi? La musica non è un concorso di bellezza»

Quella di Beatrice Venezi è una nomina «politica». E «svilente per la musica italiana». Silvia Massarelli, anche lei direttrice d’orchestra ma con una carriera che va dall’Opéra Bastille di Parigi alla New York Philharmonic, dalla Wiener Kammer Orchestra all’Orchestra Rai di Torino, dice di essere stata zitta per anni: «Ma adesso non posso più tacere». Parla della nomina al Teatro Fenice di Venezia. E in un’intervista al Fatto Quotidiano se la prende anche con Casellati figlio della ministra e Veronesi erede di un cognome pesante: «Sono una piaga, perché l’incompetenza abbassa la qualità delle orchestre e il valore della musica italiana nel mondo. Per fortuna non sono cardiochirurghi, altrimenti saremmo tutti morti».
Massarelli contro Venezi
Secondo Massarelli «non è una questione personale. Dopo 32 anni di carriera non ho niente da chiedere e niente da dare, se non questo messaggio di allarme e attenzione. Alla mia età penso ai giovani dei conservatori ai quali insegno da una vita. Come faccio a dire loro che per affermarsi e fare una carriera musicale servono sacrifici, studio e impegno, se poi vedono che a ricoprire le posizioni più ambite e prestigiose sono dei mediocri assoluti?». Venezi, secondo lei, «non ha nessun curriculum, nessuna attitudine, null’altro che questa carta da giocare che sono le aderenze politiche. Se anche a dirigere un’orchestra come la Fenice si mette un incompetente, musicalmente parlando, non c’è speranza. Io dico che qualche cosa nel sistema è sbagliato».
«Le mancano le basi»
E spiega l’«incompetenza» di Venezi: «Mancano proprio le basi. Il direttore d’orchestra interpreta la partitura musicale e con la sua gestualità, che non deve essere da circo equestre, deve trasmettere agli orchestrali i tempi e i colori che ritiene di dare riuscendo a far suonare tutti gli strumenti in maniera omogenea rispettando quanto il compositore ha scritto». E rincara la dose parlando degli orchestrali: «Qualcuno mi ha detto “tanto non la guardiamo, suoniamo lo stesso”. Ma non va bene, perché così non emergono le incompetenze e le incapacità del direttore». Non è vero, secondo Massarelli, che Venezi è giovane e imparerà: «Il talento o c’è o non c’è, non si costruisce. La tecnica si può affinare, ma se non c’è carisma, se non c’è un rapporto profondo con la partitura, non si diventa direttori. E soprattutto non si impara a spese della Fenice, un tempio della musica».
«La presidentessa del Consiglio»
Infine Massarelli se la prende con Giorgia Meloni, chiamandola in un modo curioso: «Mi scusi, ma da quando la presidentessa del Consiglio si permette di intervenire su cose che non conosce? Ma siamo impazziti? Non c’è nessuna norma che obblighi la direzione, il sovrintendente. E l’orchestra non è stata certo consultata». Anche se, rileva, pure a sinistra «abbiamo visto nomine politiche di mediocri. Qui non è destra contro sinistra: è politica contro musica. Beatrice Venezi è il caso più eclatante perché è amica della premier, ma il sistema è trasversale». E a chi definisce Venezi «orgoglio nazionale» replica: «Se la modernità è trasformare un direttore mediocre ma influencer in un genio musicale, allora dobbiamo vergognarci tutti. La musica non è un concorso di bellezza».
