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Novara, furti per due milioni di euro in un magazzino di Versace: nove indagati tra ladri e rivenditori

24 Settembre 2025 - 23:21 Davide Aldrigo
furti novara versace nove indagati magazzino
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I ladri sarebbero dipendenti di una società di logistica autorizzati ad entrare nel magazzino. Capi e accessori sarebbero stati poi rivenduti online. La polizia ha condotto perquisizioni e sequestrato beni per oltre un milione di euro

Ci sarebbe una banda di nove persone dietro ai furti per un valore di almeno 2 milioni di euro avvenuti in un magazzino del noto brand Versace, a Novara. Gli indagati, ora sottoposti a misure cautelari dalla polizia, avrebbero rubato capi di abbigliamento e accessori per poi rivenderli online. Il ricavato della vendita sarebbe poi stato depositato su conti correnti, anche esteri, e utilizzato per l’acquisto di abitazioni, beni e orologi di lusso. Per quest’attività i nove sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato, riciclaggio e autoriciclaggio.

Sparizioni dal magazzino e apparizioni online

Le prime segnalazioni dei furti risalgono all’aprile 2024, quando un responsabile della sicurezza di Versace a Novara si era presentato in questura sostenendo che dal magazzino di via Fermi – dove erano stoccati prima di essere inviati ai punti retail in tutto il mondo – fossero spariti numerosi articoli. Era anche accaduto che una dipendente, navigando online, si fosse insospettita trovando disponibili per l’acquisto articoli non ancora distribuiti nei punti vendita ufficiali. Erano prodotti cosiddetti prototipo, proposti a un prezzo di almeno il 50% inferiore a quello di listino.

I nove indagati: dipendenti della logistica e familiari

Le indagini della squadra mobile della polizia hanno permesso di individuare i componenti dell’associazione. Tre italiani di 52, 34 e 26 anni, residenti in provincia, incensurati e dipendenti della multinazionale della logistica Gxo logistics (quindi autorizzati ad accedere al magazzino), avrebbero portato via vari articoli, consegnandoli a una persona esterna, un 28enne italiano originario del Kosovo. Quest’ultimo, ritenuto il capo dell’associazione, residente nel Novarese, avrebbe precedenti per reati contro la persona e il patrimonio. La sua attività di rivendita si sarebbe valsa della collaborazione della madre, italiana originaria del Kosovo, 49 anni, e della compagna, novarese di 30 anni con precedenti per lesioni e favoreggiamento, entrambe residenti in provincia. Un ulteriore collaboratrice sarebbe stata individuata in una giovane di 29 anni dell’Ecuador, che gli avrebbe consentito di usare il proprio indirizzo e-mail per la creazione di almeno un account. Infine, il venditore avrebbe effettuato cospicui bonifici in favore della moglie di uno dei presunti autori materiali dei furti, un’italiana di 49 anni. Dal conto di lei il denaro sarebbe andato in parte al figlio, anche lui presunto ladro, e al marito.

Le perquisizioni e i sequestri preventivi

Contestualmente alle misure cautelari le autorità hanno eseguito una perquisizione personale e locale a carico di tutti gli indagati, durante le quali sono stati rinvenuti un grande quantitativo di capi di vestiario e accessori del brand. La polizia ha quindi sequestrato beni per un importo pari a 1 milione e 271 mila euro che si ritiene provenissero dell’attività illecita. Da ultimo sono state poste sotto sequestro preventivo anche le abitazioni di residenza degli indagati e i conti correnti a loro intestati, che secondo gli inquirenti sarebbero stati utilizzati per far girare le somme derivanti dalla vendita online dei capi.

Foto copertina: frame di un video della Polizia

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