La mozione di Meloni per il riconoscimento «condizionato» della Palestina divide il Parlamento: chi e perché, tra le opposizioni, si prepara a votare contro


Per alcuni è «un calcolo politico», per altri «un gioco di prestigio», per altri ancora una mossa pre-elettorale in vista delle elezioni regionali. Di certo, il centrosinistra non ha accolto a braccia aperte la mozione annunciata ieri a sorpresa, da New York dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Un tema mai affrontato pubblicamente dalla premier prima d’ora. Ma Meloni ha chiarito che il testo sarà subordinato a due condizioni ben precise: la liberazione degli ostaggi israeliani da parte di Hamas e la sua esclusione dal governo della Striscia di Gaza. Il testo della mozione non è ancora disponibile, e non è chiaro nemmeno quando approderà in Aula. Ma una domanda resta aperta: come si esprimerà il centrosinistra? Lo abbiamo chiesto a diversi esponenti del Parlamento.
La cautela del Pd, ma le condizioni di Meloni «non hanno senso»
Nel Partito Democratico i passi sono ancora felpatissimi. Tanto che molti dei dem interpellati ritengono prematuro esprimersi su come si collocherà il loro voto. Intanto però, «riconoscere lo Stato di Palestina è un atto politico di forte impatto, che può contribuire a un passo avanti per la soluzione dei due popoli, due Stati», fa sapere ad Open Chiara Braga, capogruppo alla Camera del Pd e figura molto vicina a Elly Schlein. Ma «sottostare la decisione a delle condizioni, come vuole fare Meloni, non ha senso». E questo perché, a sua avviso, oltre al fattore “urgenza”, «noi crediamo che serva farlo ora, come hanno fatto altri 150 Stati in Europa e nel mondo», c’è anche il tema della sostanza. «Non si può usare la politica estera per la propaganda», facendo riferimento alla condizione posta da Meloni, secondo cui Hamas non deve far parte del futuro governo palestinese, dice Braga. «Meloni ascolti piuttosto le voci delle centinaia di piazze che in tutta Italia hanno chiesto di fermare il massacro del governo di Benjamin Netanyahu a Gaza, e agisca per fermarlo».
Per Avs è già un “no”: mancano le sanzioni ad Israele
Parlando con Angelo Bonelli, leader di Alleanza verdi e sinistra, la sua posizione – e di conseguenza quella del partito – è netta: «Per noi è un no». «Questo perché – ci spiega – lo Stato di Palestina va riconosciuto oggi con riferimento all’Autorità nazionale palestinese», ovvero l’organo di autogoverno dei palestinesi nei territori della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. Inoltre perchè «non prevede sanzioni e la revoca dell’accordo militare con Israele».
Il M5s per il no «va riconosciuto a prescindere da Hamas»
La posizione del Movimento 5 Stelle sulla mozione di Meloni non è ancora stata chiarita in modo definitivo, ma il tema è stato sollevato più volte dai pentastellati in Aula. Prima della pausa estiva, i deputati del M5s avevano addirittura ricreato la bandiera palestinese, indossando magliette che riprendevano i colori del vessillo. Ma, parlando con Riccardo Ricciardi, l’idea non dichiarata è che alle condizioni poste da Meloni, i 5Stelle non ci stiano proprio. «La proposta di Meloni è un tentativo di fare un gioco di prestigio sulla pelle di un popolo – spiega ad Open – Il popolo palestinese va riconosciuto a prescindere dalle azioni di un’organizzazione terroristica. Con questa mossa, la premier conferma la sua sudditanza verso Netanyahu».
Per +Europa, una tattica in vista delle elezioni regionali
Sulla stessa linea anche Riccardo Magi, leader di +Europa, che boccia l’iniziativa del governo: «La mozione proposta dalla premier sul riconoscimento dello Stato di Palestina è un gioco di prestigio ad uso di politica interna». Secondo il deputato, l’apertura di Giorgia Meloni sarebbe motivata più da calcoli elettorali che da convinzioni politiche, in vista delle elezioni regionali: «Sa bene qual è l’orientamento maggioritario degli italiani sulla questione di Gaza».
Azione: «Un modo furbo per dire no al riconoscimento»
Più sfumata la posizione di Carlo Calenda, leader di Azione, che non si sbilancia su un eventuale voto del partito, ma analizza nel merito la proposta della premier. «Le due condizioni poste da Meloni per il riconoscimento della Palestina sono in contraddizione tra loro: Hamas dovrebbe rilasciare gli ostaggi e al tempo stesso non far parte del processo di riconoscimento. La seconda è scontata: nessuno propone di riconoscere Hamas come legittimo governo dello Stato di Palestina. Ma se questo è il punto fermo, ed è giusto che lo sia, è altrettanto improbabile che Hamas rilasci gli ostaggi per fare un favore all’Autorità Nazionale Palestinese». La sua sintesi: «Siamo davanti a un modo furbo di dire no al riconoscimento della Palestina».
Italia Viva, non si posiziona
Non si sbilancia nel merito il partito di Matteo Renzi. «Adesso ancora non c’è nulla» fanno sapere da Italia Viva, sottolineando che sarà difficile prendere posizione finché un testo ufficiale non verrà presentato.