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Mario Giordano e Giorgia Meloni: «Una delusione e una speranza tradita»

27 Settembre 2025 - 05:58 Alba Romano
giorgia meloni mario giordano
giorgia meloni mario giordano
Il conduttore Mediaset contro la premier: ormai è diventata establishment

Giorgia Meloni è una delusione. Anzi, di più: una speranza tradita. Perché ormai la presidente del Consiglio fa parte dell’establishment. A dirlo è Mario Giordano, conduttore Mediaset, che in un’intervista al Fatto Quotidiano sostiene che i primi tre anni di melonismo lo lasciano perplesso: «Proprio quella stabilità che è il maggior valore del governo Meloni, è anche ciò che ha deluso molti suoi elettori: si aspettavano cambiamenti più radicali».

La politica estera

Per esempio sulla politica estera «è irriconoscibile. All’opposizione Meloni contestava le sanzioni alla Russia, accusava l’Europa di essere serva degli Stati Uniti». Secondo Giordano è strozzata dal sistema, ma il suo rimane un tradimento: «Però è chiaro: per anni fai campagna dicendo “cambiamo l’Europa”, poi ti ritrovi a braccetto con quella stessa Europa, che persino Mario Draghi è arrivato a definire fallimentare… è inevitabile che una parte dell’elettorato si senta tradita. Bisognava cambiare, invece ci ritroviamo ancora con Ursula von der Truppen». E ancora: «Se governare significa non poter cambiare nulla, allora ditelo. E non stupitevi se cresce l’astensionismo».

Meloni è brava ma…

«La premessa, per me, è che Meloni è probabilmente la più brava che c’è sulla scena europea. Ma se io voto una brava e poi vedo che siamo costretti a tenerci von der Leyen e quell’Europa lì, allora la prossima volta alle urne ci andrà al massimo il 40%», continua Giordano. Che poi la richiama anche su Israele e Gaza: «Timidissima, anche lì. La capisco pure: provo sulla pelle le stesse difficoltà di chi viene da un certo tipo di cultura, di ammettere che siamo di fronte a un genocidio inaccettabile, da parte di quella che abbiamo sempre difeso come democrazia occidentale. Ma ci vorrebbe un po’ di coraggio: fanno i timidi sulle sanzioni a Israele e poi ne votano 19 alla Russia».

L’immigrazione

Il piatto piange anche sull‘immigrazione: «Gli sbarchi sono altalenanti e non c’è stato quel blocco che ci si aspettava, ma il vero buco è la sicurezza nelle città: da un governo di centrodestra ci si aspetta altro. Non è possibile che ci siano quartieri in mano agli spacciatori, dove si commettono stupri e la polizia viene aggredita». Anche sulla sicurezza «si è presa le critiche da sinistra e ha prodotto comunque un decreto all’acqua di rose. Faccio un esempio su un tema che mi è caro: i ladri di case. Lei sa benissimo di aver fatto una norma inutile, perché riguarda solo la prima casa e non sfiora il 95% del problema, che sono gli altri immobili dati in affitto. A quel punto era meglio non intervenire, invece ha fatto un decreto a metà, buono solo per annunciarlo sui social».

L’establishment

Insomma, Giorgia si è trasformata nel suo peggior nemico: l’establishment: «In parte è anche fisiologico: non si va a Palazzo Chigi per fare le barricate. Però quali sono le intenzioni di fondo? Vuoi governare per cambiarlo, l’establishment, o per lasciarlo così? Lo so che i sondaggi al momento vanno bene, ma nei due anni che mancano alle elezioni, le consiglio di lavorare per recuperare l’insoddisfazione di una parte del suo popolo, che cova sotto la cenere».