L’UE non ha ammesso che le persone vaccinate erano «topi da laboratorio»


Circolano diversi post Facebook (per esempio qui, qui e qui) in merito a una presunta ammissione della Commissione europea: «le persone vaccinate erano topi da laboratorio». Come vedremo si tratta di una narrazione No vax che fa leva sull’analfabetismo funzionale dei lettori. Si tratta anche di un esempio di come questo genere di tesi allontana i cittadini dal conoscere le vere condotte controverse delle Case farmaceutiche, le quali sfruttano il loro peso contrattuale possibile solo se si possiedono farmaci riconosciuti indispensabili ed efficaci in situazioni d’emergenza.
Per chi ha fretta:
- Si sostiene che le Case farmaceutiche avrebbero trattato i vaccinati Covid come topi da laboratorio.
- In realtà si riportano cose già note: i vaccini servivano a proteggere dalle forme gravi e come tutti i farmaci nessuno può sperimentare i presunti eventi avversi del futuro.
- Le Case farmaceutiche hanno potuto adottare politiche controverse, proprio perché i loro vaccini erano riconosciuti sicuri ed efficaci.
Analisi
Esistono diverse versioni di queste condivisioni su governi e Case farmaceutiche, le quali avrebbero trattato i vaccinati Covid come topi da laboratorio. Riportiamo la didascalia più concisa e rappresentativa della narrazione:
La Commissione UE ammette: le persone vaccinate erano topi da laboratorio
La Commissione Europea ha ammesso che i vaccini contro il COVID sono stati somministrati senza dati completi sulla sicurezza della popolazione.
La popolazione dell’UE è diventata cavie da laboratorio.
Alla fine di agosto, la Commissione europea ha pubblicato una risposta controversa a una replica del deputato europeo Gerald Hauser (FPÖ).
La Commissione è stata costretta a commentare la firma di un contratto in cui si affermava: “Gli Stati membri accettano che gli effetti a lungo termine e l’efficacia del vaccino siano sconosciuti e che possano verificarsi effetti collaterali sconosciuti”.
Bruxelles ha ora ammesso che i dati sono effettivamente carenti […]

Vaccinati come topi da laboratorio?
Sui vaccinati Covid come topi da laboratorio, si è occupato recentemente il collega Michelangelo Coltelli per BUTAC, in risposta a un articolo de L’Indipendente che riporta la medesima narrazione:
L’eurodeputato austriaco Gerald Hauser (FPÖ) ha chiesto in una dichiarazione: “Perché la Commissione non ha informato i cittadini che l’efficacia e la sicurezza dei vaccini geneticamente modificati – come stabilito nel Trattato – non erano garantite?”. Nella risposta arrivata a fine agosto, la Commissione ha spiegato: “L’approvazione condizionata è stata concessa per i primi vaccini Covid. Questo tipo speciale di autorizzazione facilita l’accesso ai farmaci che devono colmare una lacuna nelle cure mediche in situazioni di emergenza come la pandemia di Covid, mentre non è ancora disponibile un dossier completo dei dati“.
Tutte cose che dovrebbero essere già note, ma che se lette come una “news” ed estrapolate dal contesto, fanno pensare a dei vaccini approvati alla cieca. Non è così. Come spiegato molto bene da Coltelli, l’uso delle autorizzazioni condizionate all’immissione in commercio (CMA) e il fatto che i vaccini hanno principalmente lo scopo di prevenire le forme gravi (non necessariamente la malattia), è cosa nota. Dovrebbe stupire il fatto che un deputato europeo nel 2025 ancora non le sapesse. Le CMA sono uno strumento regolatorio che richiede la fornitura di eventuali dati mancanti in modo che i vaccini risultino rigorosamente prima dell’approvazione.
«Si tratta di un dispositivo che permette ai farmaci di venire approvati quando i benefici superano i rischi, pur mancando alcuni dati sugli effetti a lungo termine, ma a patto che il produttore fornisca i dati mancanti entro una scadenza precisa. Non è un sistema per dare il via libera senza dati a sostegno – spiega Coltelli nella sua analisi – La rolling review è il metodo con cui l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) valutava i dati via via che arrivavano invece che attendere la conclusione di tutti gli studi: si tratta di un sistema usato proprio nelle emergenze».
Che eventuali effetti a lungo termine non siano noti risulta una novità sconvolgente? No! Come si evidenziava già nel dicembre 2020, a pochi giorni prima del V-Day, nel volantino AIFA sul vaccino Pfizer si precisava quanto segue al punto 10 della nota informativa (ne abbiamo parlato qui): «Non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza».
Il vero “bullismo” delle Case farmaceutiche
Esistono comunque accuse legittime riguardo al “bullismo” delle Case farmaceutiche contro certi governi. Ed è stato possibile proprio perché i vaccini Covid risultavano l’unica arma sicura ed efficace per porre fine alle ondate di casi gravi e morti dovute alla Covid-19. Avevamo trattato per es. il caso delle clausole vessatorie di Pfizer nel suo contratto col Sudafrica, dove si chiedeva che il Governo stanziasse beni sovrani per coprire il costo di eventuali future cause legali. Questo non significa che sia dimostrato un collegamento sistematico tra vaccini Covid ed eventi avversi. Basta vedere come si redigono i bugiardini, dove le case farmaceutiche possono elencare letteralmente “qualsiasi cosa” pur di proteggersi dai costi delle cause legali basate su correlazioni spurie.
Questo “bullismo” dovuto alla possibilità di mettere in commercio un vaccino efficace ha un risvolto anche nei prezzi. «Il Sudafrica ha pagato il doppio del prezzo UE per i vaccini anti-COVID – riporta Politico -, i contratti resi pubblici rivelano […] un “pernicioso bullismo farmaceutico”». Ricordiamo anche la causa intentata dal New York Times, depositata lo scorso 25 gennaio 2023, al fine di chiedere la pubblicazione dei messaggi tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla sulle trattative contrattuali.
Conclusioni
Abbiamo visto che non ha senso parlare di vaccinati usati come topi da laboratorio. Questo lo sappiamo proprio perché conosciamo i veri comportamenti controversi assunti dalle Case farmaceutiche, le quali hanno potuto imporre clausole vessatorie a certi governi, proprio perché avevano in mano dei vaccini sicuri ed efficaci.
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