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Beatrice Venezi, l’accusa dell’ex sovrintendente: «È inadeguata per il curriculum». E la difesa di Colabianchi: «Giovane e di talento»

30 Settembre 2025 - 06:19 Alba Romano
beatrice venezi curriculum
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Il veneziano Chiarot all'attacco: non ha competenze professionali. La risposta: confermo la mia scelta

Beatrice Venezi non ha il curriculum per guidare il Teatro La Fenice. A dirlo è Cristiano Chiarot, veneziano, ex sovrintendente alla Fenice dal 2010 al 2018, poi al Maggio di Firenze, e nel teatro della Laguna ci ha lavorato dal 1980. Ma l’attuale sovrintendente Nicola Colabianchi non si pente della nomina. Pensa di aver chiamato «una direttrice d’orchestra giovane e di talento». E non ha mai pensato di fare un passo indietro: «No, confermo la mia scelta». In due interviste al Corriere della Sera e a La Repubblica parlano passato e presente del teatro veneziano. E sembrano non essere per niente d’accordo.

Cristiano Chiarot e Beatrice Venezi

«Soprattutto non c’entra niente che sia di centrodestra o sostenuta dal centrodestra. Smettiamola con queste sciocchezze. Beatrice Venezi semplicemente non ha il curriculum di competenze professionali all’altezza di un teatro del prestigio internazionale de La Fenice di Venezia. Questo è il punto», chiarisce Chiarot nel colloquio con Anna Bandettini. «Non fai primario di cardiologia uno solo perché dicono che sia bravo, ma per i galloni che si è costruito nella sua professione. Le competenze professionali Beatrice Venezi ancora non le ha, men che meno per diventare direttrice musicale di un teatro del livello della Fenice dove hanno suonato da Muti a Sinopoli, da Myung-Whun Chung a Marcello Viotti», aggiunge.

Il curriculum

Secondo il maestro Venezi non ha il curriculum giusto per la Fenice: «Un direttore musicale deve avere una expertise specialistica che non è dire “sei bravo” o “non sei bravo”, ma sono le collaborazioni con orchestre internazionali, le partecipazioni a festival di primaria importanza. E da questo punto di vista è impressionante la scarsità del curriculum della Venezi. Anche la discografia è ridottissima…». È fatta tra l’altro di un gala per Placido Domingo: «Appunto. Un recital di un artista a fine carriera a Bangkok è un punto di merito?». Quanto alla direzione musicale del Teatro Colón di Buenos Aires, sostiene Chiariot «è famoso perché è distante, ma è un ex-importante. I teatri internazionali che contano sono ben altri, e infatti in giro ci sono direttori e direttrici con ben altre competenze all’attivo».

I candidati migliori

E ancora: «In altri teatri, anche meno quotati della Fenice, se pur validissimi come il Comunale di Bologna, la direttrice, Oksana Lyniv, che sta facendo un lavoro ottimo, viene chiamata da anni a Bayreuth, ha diretto al Met di New York, all’Opera di Parigi. C’è Speranza Scappucci, che è ora direttrice ospite principale del Covent Garden. Lo sponsor di Venezi, Federico Mollicone deputato FdI, dice che lei ha diretto 160 concerti. Poi vai a vedere, e in lista c’è anche un concerto alla Fenice di otto minuti per un evento sponsorizzato durante il Covid».

Tutti comunisti

Poi Chiarot attacca: «L’ha voluta il sovrintendente che nelle Fondazioni liriche italiane è l’unica nomina fatta dalla politica, mentre le altre cariche riguardano le competenze professionali. Alla Fenice il sovrintendente è un esponente vicino a Fratelli di Italia, peraltro accolto con tutta serenità all’interno del teatro. Per questo trovo che sia una bassezza morale accusare ora l’orchestra come stanno facendo i politici di destra». Tutti comunisti secondo le accuse. «Ma come si fa? Il centrodestra sta facendo un cancan, parla di discriminazioni solo perché la Venezi è amica di Meloni e figlia di un dirigente di Forza Nuova… La verità è che non hanno altri argomenti, perché nel caso Venezi non c’entra la politica, ma la povertà artistica. E quanto agli orchestrali, sono professori di statura internazionale, che hanno superato concorsi. Come si fa a non tenere conto del loro parere?».

La versione di Colabianchi

La versione dell’attuale sovrintendente Colabianchi è chiaramente opposta: «Lasciamo stare… Non mi faccia fare nomi perché alla Fenice ho visto persone più giovani e con una preparazione inferiore a Venezi. Quando ero sovrintendente al Teatro di Cagliari, Venezi ha diretto opere complesse come Tosca , Traviata e Favorita e non ha mai avuto problemi con l’orchestra, né con il pubblico». Ha sentito Venezi in questi giorni: «È meravigliata da questo cancan mediatico e dal fatto che sia stato così eccessivo. È anche risentita, giustamente, perché non si fa del male alla gente tanto per farlo. Io credo che ci sia stato un accanimento, ma perché? C’è spazio per tutti, ci si può anche risentire, ma ci sono forme diverse di farlo presente. Non siamo di fronte a un’occupazione militare del Teatro e non capisco questo atteggiamento. Mi sembra che ci sia una volontà di fare del male e non è una cosa bella».

Manca un anno

Sulle proteste dell’orchestra, dice Colabianchi, «io sono un democratico e faccio fare a tutti quello che ritengono giusto fare. Non vi è alcuna intenzione di porre ostacoli ad alcuna azione. Quindi è stato chiesto di leggere il comunicato, ho guardato che non ci fosse nulla di carattere diffamatorio e l’ho autorizzato. Il pubblico ha applaudito, però il comunicato finiva con frasi come “la musica è arte, non ha genere e non ha età”, quindi era facile che creasse un certo coinvolgimento. Il giorno dopo ho sentito più di qualche dissenso quando è stato letto». E conclude: «Lo sciopero secondo me è una forma di protesta estrema e va contro l’interesse del pubblico. In questo modo non si ottiene nemmeno il risultato che si prefigge. Ci sono altre forme di protesta che permettono di far conoscere le proprie ragioni. Mi auguro quindi che ci sia il buonsenso di capire che forse uno sciopero per contestare la nomina di un direttore musicale non è la strada migliore».

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