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FDA non ha ammesso la morte di 25 bambini per colpa dei vaccini

30 Settembre 2025 - 15:23 Fabio Verrecchia
Si fa riferimento a delle segnalazioni non verificate su VAERS

Circola la notizia secondo cui la FDA avrebbe ammesso che almeno 25 bambini sono morti a causa dei vaccini anti-Covid a mRNA, dopo aver nascosto i dati per anni. In realtà, non c’è alcuna conferma ufficiale che colleghi tali decessi ai vaccini: l’agenzia statunitense non ha stabilito alcun nesso causale e i dati presentati riguardano segnalazioni grezze, che non dimostrano un rapporto diretto. Parlare di “ammissione” è fuorviante e parte di una narrativa disinformativa che riprende vecchie accuse già smentite.

Per chi ha fretta

  • Le 25 segnalazioni di decessi infantili nel VAERS non dimostrano che i vaccini abbiano causato quelle morti.
  • Il VAERS è un sistema aperto a chiunque: le segnalazioni non costituiscono prova di causalità.
  • Le lievi flessioni delle azioni di Pfizer e Moderna non indicano alcun crollo né confermano le presunte “ammissioni” della FDA.

Analisi

La voce si è diffusa su alcuni siti noti per diffondere teorie del complotto e allarmismi sanitari, che hanno rilanciato la presunta ammissione della FDA riguardo a 25 decessi infantili legati al vaccino anti-Covid. Secondo queste fonti, l’agenzia avrebbe taciuto per quattro anni, ignorando autopsie e segnalazioni, e soltanto oggi si appresterebbe a informare il comitato consultivo ACIP (Advisory Committee on Immunization Practices). Si tratta però di una ricostruzione parziale e fuorviante, che confonde i dati di farmacovigilanza con prove scientifiche di causalità. Su Facebook la notizia è stata amplificata e condivisa da diversi account, come quello riportato di seguito.

25 segnalazioni non significano 25 morti da vaccino

Per comprendere meglio la notizia circolata in questi giorni, occorre partire dal rapporto della Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale statunitense che ha il compito di tutelare la salute pubblica attraverso la regolamentazione dei farmaci, dei vaccini e di altri prodotti biologici. I dati a cui si fa riferimento provengono dal Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), il sistema nazionale di farmacovigilanza degli Stati Uniti. Il VAERS si definisce come “un sistema nazionale di allerta precoce per individuare potenziali problemi di sicurezza nei vaccini autorizzati negli Stati Uniti”. Chiunque può inserire una segnalazione nella banca dati, che raccoglie tutti gli eventi avversi verificatisi dopo una vaccinazione, compresi i decessi. Tuttavia, lo stesso sito ufficiale del VAERS specifica con estrema chiarezza che i dati contenuti non possono essere utilizzati per determinare se un vaccino abbia causato o contribuito a un evento avverso o a una malattia, né per calcolare l’incidenza o i tassi di tali eventi nella popolazione vaccinata. Ecco uno screenshot tradotto in italiano del disclaimer ufficiale riportato sul sito del VAERS, che chiarisce fin dall’inizio i limiti di utilizzo dei loro dati.

La semplice presenza di 25 decessi segnalati quindi non dimostra affatto che i vaccini siano la causa della morte di quei bambini. Parlare dunque di “ammissione” da parte della FDA è una manipolazione della realtà: l’agenzia non ha mai dichiarato che i vaccini abbiano provocato quei decessi e, paradossalmente, persino il sito che ha originato questa notizia disinformativa riconosce che non è possibile stabilire alcun collegamento tra i vaccini anti-Covid e la morte di quei 25 bambini. Il sito della FDA afferma chiaramente:

«VAERS reports generally cannot be used to determine if a vaccine caused or contributed to an adverse event or illness.»

Insomma, bisogna ricordare che i sistemi di sorveglianza, come il VAERS negli Stati Uniti, raccolgono segnalazioni di qualsiasi evento avverso o decesso avvenuto dopo una vaccinazione. Ciò significa che se un bambino vaccinato muore per un incidente stradale o per una patologia preesistente, l’evento può comunque essere inserito nel database. Solo con un’analisi approfondita è possibile distinguere la coincidenza temporale dal legame causale. Gli enti regolatori utilizzano questi dati per monitorare eventuali segnali di rischio, ma nella stragrande maggioranza dei casi non si riscontra alcun nesso diretto.

Quale è la “notizia”

La notizia, riportata dal Washington Post sulla base di dichiarazioni rilasciate da persone protette da anonimato, riguardava la presunta intenzione dei funzionari dell’FDA di collegare i vaccini Covid al decesso di 25 bambini, basandosi sui dati forniti da VAERS. Come riportato dal Post, i funzionari sostengono di stare ancora indagando sulle segnalazioni di possibili decessi infantili e il vaccino e che la “verifica” potrebbe impiegare mesi.

Come spiegato a NBC News da Dorit Reiss, l’esperta di politiche vaccinali presso la University of California Law di San Francisco, i rapporti del database non possono dimostrare un collegamento tra vaccinazioni e decessi infantili: «Per identificare il nesso causale con un vaccino è necessario dimostrare che la causa della morte è stata causata dal vaccino e, di per sé, un rapporto VAERS non lo dimostrerebbe: sono necessari studi più ampi che confrontino gli incidenti del danno con o senza vaccino».

L’infondato legame con l’andamento delle borse

Un altro argomento usato per dare credibilità a questa narrativa riguarda l’andamento in Borsa delle aziende produttrici di vaccini, sostenendo che le azioni di Pfizer e Moderna sarebbero crollate a causa delle presunte ammissioni della FDA. In realtà, i grafici degli ultimi mesi mostrano un andamento sostanzialmente stabile, senza alcun crollo improvviso nel mese di settembre, quando la notizia è stata diffusa. Il tutto rientra nelle normali oscillazioni quotidiane tipiche dei mercati.

Ma per i gruppi antivaccinisti collegare la notizia alla Borsa significa fornire un apparente riscontro oggettivo: se i mercati reagiscono (e non è successo), allora la notizia deve essere vera. Un meccanismo retorico efficace, ma ingannevole.

Conclusioni

In sintesi, le segnalazioni di 25 decessi infantili nel VAERS non dimostrano alcun legame causale con i vaccini a mRNA, e l’andamento regolare delle azioni di Pfizer e Moderna smentisce l’idea di un “crollo” dovuto a queste presunte ammissioni. La notizia circolata è quindi frutto di disinformazione e interpretazioni fuorvianti dei dati.

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