«Ci urlavano “friends of Greta of my ass”». Il trattamento dei parlamentari italiani in Israele prima di tornare in Italia


«In aeroporto a Tel Aviv, al gate, da lontano alcuni passeggeri ci mostravano il dito medio. In aereo ci hanno urlato anche in inglese e in italiano. Frasi come ‘friends of Greta of my ass‘. In aeroporto ci hanno detto ‘spero che vi prendano in ostaggio‘ e ‘dovevate tornare a nuoto‘». Questo il racconto, a margine della conferenza stampa a Roma, all’agenzia La Presse, delle europarlamentari Benedetta Scuderi (Avs) e Annalisa Corrado (Pd) del volo di rimpatrio da Tel Aviv dopo il fermo della Flotilla. «Però un paio di membri dell’equipaggio, avendo capito che non avevamo mangiato da un po’ e che ci avevano sequestrato carte di credito e cellulari, ci hanno portato dei tarallini. E un signore israeliano è venuto a stringerci le mani e a dirci ‘noi siamo con voi‘». «Era prevalente la gente che ci insultava – spiegano – ma qualcuno dalla nostra parte c’era. Qualcuno veniva a farci delle foto, parlando in ebraico, con aria di disprezzo. E qualcuno è intervenuto in ebraico per farli smettere».
«Mi hanno strattonata»
Un racconto, quello di Scuderi, che è in parte riportato anche stamane dal Corriere della Sera e Repubblica. «Mi aspettavo, ho sperato, che ci mettessero tutti insieme sugli aerei. Almeno le persone che avevano detto di non volere rimanere in Israele», ha detto Scuderi al Corriere al suo rientro in Italia. «I soldati israeliani hanno cominciato a darci fogli da firmare. Tanti fogli. Uno di questi chiedeva se volessimo fermarci in Israele per il processo. Qualcuno ha detto sì». Sull’aereo, racconta inoltre Scuderi al quotidiano La Repubblica, «tutti conoscevano le nostre facce. E non è stato piacevole: alcuni ci insultavano, altri ti guardavano male. Lo stesso è successo ad Ashdod: hai la sensazione netta di parlare con gente che ti odia». Per raggiungere il centro di smistamento, i militari israeliani «mi hanno presa per le braccia e strattonata. Una volta dentro ci hanno perquisiti ancora una volta, hanno rovistato nelle nostre borse e buttato via medicine ed effetti personali. Oltre al cellulare, in cui avevo anche le carte, e che non ci hanno mai più restituito, a me hanno tolto le medicine, l’igienizzante e la protezione solare. L’hanno trattata come se fosse la conferma che la nostra era una gita di piacere. Kefyie, sciarpe, simboli della Palestina, sono stati tutti buttati a terra e sequestrati».