Gaza, cessate il fuoco a un passo: Trump pronto a partire per il Medio Oriente per «benedire» l’intesa Israele-Hamas – La diretta

Sono in corso a Sharm el-Sheikh, in Egitto, i colloqui indiretti tra Israele e Hamas attorno al piano di tregua e ricostruzione di Gaza messo a punto nelle scorse settimane dagli Usa insieme a Egitto e Qatar. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha già detto al fianco di Donald Trump alla Casa Bianca di accettare il piano in 20 punti, ma su di esso Hamas ha poi avanzato osservazioni e richieste di modifica, e si attende ora di capre se un’intesa sia possibile. I mediatori lasciano filtrare ottimismo. Ieri, durante il secondo giorno di trattative, Hamas avrebbe dato il via libera alla riconsegna di armi a un comitato egiziano-palestinese, ma si è opposto alla presenza di Tony Blair nel Board che dovrebbe guidare la transizione di potere nella Striscia di Gaza.
Hamas potrebbe non restituire tutti i corpi degli ostaggi morti
Secondo tre fonti israeliane, citate dalla Cnn, Israele ritiene che Hamas potrebbe non essere in grado di trovare e restituire tutti gli ostaggi rimasti morti a Gaza. Questo, scrive l’emittente americana, potrebbe complicare gli sforzi per raggiungere un accordo che ponga fine alla guerra. Il governo israeliano ha accertato la morte di 28 dei 48 ostaggi. Secondo una fonte, il numero di porti non recuperabili o dispersi sarebbe compreso tra sette e nove, mentre un’altra lo collocherebbe tra 10 e 15.
L'ultimatum dei mediatori a Israele e Hamas: «Accordo entro venerdì»»
I Paesi che stanno mediando i negoziati tra Israele e Hamas hanno dato tempo alle due parti fino a venerdì mattina per firmare un’intesa sulla prima fase dell’accordo su Gaza.
Trump: «Forse andrò in Medio Oriente domenica»
«Penso che andrò in Medio Oriente, forse sabato sera o domenica». Lo ha detto Donald Trump a margine di una tavola rotonda sulla designazione del gruppo ‘Antifa’ come organizzazione terroristica negli Stati Uniti. «I negoziati per Gaza», ha precisato il presidente Usa, «vanno molto bene» e «l’accordo è vicino».
Hamas: «Il rilascio di Barghouti è centrale»
Hamas si è impegnata a garantire il rilascio dell’ex leader di Fatah, Marwan Barghouti, come parte dell’accordo con Israele per porre fine alla guerra a Gaza. Lo ha dichiarato al Times of Israel una fonte vicina alla questione. In giornata, il governo di Tel Aviv ha fatto trapelare di aver messo un veto sul rilascio di Barghouti.
Media: «Hamas ha fornito le prove di 20 ostaggi in vita»
Hamas ha fornito informazioni su «circa 20 ostaggi ancora in vita». Lo hanno dichiarato alcuni funzionari israeliani a Channel 12. Il gruppo terroristico ha affermato poi di essere ancora alla ricerca di alcuni degli ostaggi uccisi e che non è chiaro se tutti possano essere localizzati. Israele ha confermato la morte di 26 dei 48 ostaggi.
La Casa Bianca esclude per ora un volo di Trump in Medio Oriente
«La Casa Bianca afferma che il presidente Trump al momento non ha intenzione di recarsi in Medio Oriente per supervisionare la firma di un accordo per porre fine alla guerra a Gaza». Lo scrive su X il reporter di Axios Barak Ravid.
I media israeliani: «Veto sul rilascio di Barghouti e Saadat»
Secondo i media israeliani, Israele ha posto il veto al rilascio di Marwan Barghouti e Ahmad Saadat nello scambio con gli ostaggi. Si tratta, rispettivamente, di un politico palestinese ritenuto tra i capi della prima e seconda intifada e del segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. Il veto riguarda anche i miliziani della Nukhba di Hamas che hanno preso parte al massacro del 7 ottobre 2023.
Times of Israel: «Domani la firma tra Israele e Hamas»
I mediatori stanno attualmente pianificando la firma di un accordo tra Israele e Hamas per domani, giovedì 9 ottobre, che prevede il rilascio immediato degli ostaggi ancora in vita in cambio di un cessate il fuoco a Gaza. Lo scrive un Times of Israel, citando un diplomatico arabo e una seconda fonte informata sui negoziati in corso in Egitto. Una volta entrato in vigore il cessate il fuoco, Hamas potrà recuperare i corpi degli ostaggi uccisi per poi riportarli in Israele, affermano le fonti. Attualmente a Gaza ci sono ancora 48 ostaggi, di cui si ritiene che 20 siano ancora vivi. Secondo le fonti, l’accordo riguarderà la cosiddetta “prima fase” del piano di Donald Trump per porre fine alla guerra.
Rubio non parteciperà al vertice di Parigi su Gaza
Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, non parteciperà più domani all’incontro a Parigi con europei, arabi e altri per discutere della transizione postbellica a Gaza. Lo riferiscono fonti diplomatiche europee alla Reuters, precisando che gli Stati Uniti invieranno comunque un rappresentante.
Israele: «La riunione a Parigi su Gaza dannosa e ipocrita»
Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha definito «inutile e dannosa» la nuova iniziativa di Parigi di tenere domani una riunione sul futuro di Gaza. Si tratta, secondo Sa’ar di «un tentativo del presidente Macron di distogliere l’attenzione dai suoi problemi interni a spese di Israele». Il ministro accusa inoltre la Francia di «ipocrisia straordinaria», per i presunti doppi standard usati su Ucraina e Israele.
C'è anche Rifondazione comunista dietro la denuncia a Meloni per «complicità nel genocidio»
«Rivendico di essere uno dei cinquantotto firmatari della denuncia nei confronti di Meloni, Tajani, Crosetto e Cingolani per complicità nel genocidio e in altri gravi crimini di guerra e contro l’umanità. Rivolgersi alla Corte Penale Internazionale non è un atto di violenza ma un doveroso tentativo di far rispettare il diritto internazionale nel mentre è in corso un genocidio di cui è complice il governo del nostro paese». Lo afferma Maurizio Acerbo, segretario nazionale del partito della Rifondazione Comunista.
Domani a Parigi un vertice per Gaza tra ministri europei e arabi
Domani pomeriggio si terrà una riunione dei ministri degli Esteri europei e dei Paesi arabi a Parigi per affrontare il tema della pace a Gaza. L’obiettivo, spiegano fonti diplomatiche, è di «precisare le modalità di un impegno collettivo» che «renda operativo» uno Stato palestinese. All’incontro si parlerà di «forza di stabilizzazione, governance transitoria di Gaza, aiuto umanitario e ricostruzione, disarmo di Hamas, sostegno all’Autorità palestinese e forze di sicurezza palestinesi».
Erdogan: «Hamas vuole la pace, Israele fermi gli attacchi». Domani Rubio a Parigi per il post guerra a Gaza
Il presidente turco Erdogan ha ricordato il peso di entrambe le parti nel raggiungimento di un accordo per la pace in Palestina. «La pace non è un uccello con una sola ala. Scaricare l’intero peso della pace su Hamas e sui palestinesi non è né giusto, né corretto, né realistico», ha commentato il leader turco, aggiungendo che «se si desidera veramente la pace, gli attacchi israeliani devono essere fermati immediatamente». Intanto si pensa già alla transizione post guerra a Gaza. Reuters riferisce che, in parallelo ai negoziati tra Israele e Hamas in Egitto, avrà luogo domani a Parigi una riunione sul destino di Gaza a guerra conclusa. Al summit parteciperà, oltre ai rappresentanti europei e arabi, il segretario di Stato americano Marco Rubio
Israele si prepara ad accogliere Trump
Israele si sta preparando alla possibilità che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump arrivi nel Paese nel caso venga firmato un accordo per la liberazione degli ostaggi e la tregua a Gaza. Lo rivela Ynet. In Israele si stima che Trump voglia recarsi nella regione per “celebrare” di presenza il grande risultato. Tutto dipende dall’esito dei colloqui di Sharm el-Sheikh, in Egitto, ma le indicazioni sono positive. L’Egitto, mediatore chiave nel processo, ha invitato Trump a partecipare alla cerimonia che potrebbe tenersi al Cairo
Il presidente egiziano invita Trump alla cerimonia della firma
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha invitato Donald Trump alla cerimonia della firma dell’accordo tra Israele e Hamas in Egitto, nel caso in cui venisse firmato. Lo riferiscono i media arabi. Il presidente egiziano, si legge anche su Anadolu, ha dichiarato che i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza tra Israele e Hamas nella città egiziana di Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso, stanno procedendo, invitando il suo omologo statunitense Donald Trump a partecipare alla firma dell’accordo in Egitto, qualora venisse raggiunto. Intervenendo a una cerimonia di laurea della polizia nella parte orientale del Cairo, Sisi ha affermato che i colloqui di Sharm el-Sheikh «stanno procedendo positivamente. Invito il presidente statunitense Donald Trump a partecipare alla firma dell’accordo di cessate il fuoco in Egitto, qualora venisse raggiunto. Sarebbe meraviglioso averlo qui».
Le richieste di Hamas: «Rilascio per sei ex leader di alto profilo»
All’interno della lista di prigionieri da liberare, consegnata da Hamas a Tel Aviv, non si conterebbero 250 nomi ma 300. Il tentativo, secondo alcune fonti vicine al gruppo armato, è avvicinarsi quanto più possibile a un accordo «tutti per tutti». Al momento nelle celle israeliane sarebbero infatti detenuti 303 ergastolani palestinesi. Tra i nomi inclusi dai vertici di Hammas ci sarebbero quelli dei cugini Marwan e Abdullah Barghouti, rispettivamente il leader politico di Fatah (condannato a 5 ergastoli nel 2002) e l’ingegnere di Hamas (condannato a 67 ergastoli perché ritenuto artefice di numerosi attentati dinamitardi. Inclusi anche Ibrahim Hamed, ex leader dell’ala militare di Hamas e condannato a 54 ergastoli, Ahmad Sa’adar, segretario generale del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, Abbas al-Sayyid e Hassan Salameh, protagonisti della Seconda Intifada.
Delegazione israeliana arrivata a Sharm, in arrivo anche rappresentanti della Jihad islamica
A Sharm el-Sheikh è arrivata anche la delegazione israeliana, guidata da Ron Dermer. Il ministro degli Affari strategici, molto vicino al premier Benjamin Netanyahu, sarà affiancato dal consigliere per la politica estera, Ophir Falk, il coordinatore degli ostaggi Gal Hirsch e per gli aspetti più tecnici dirigenti del Mossad e dello Shin Bet. In Egitto si starebbero dirigendo anche alcuni rappresentanti della Jihad islamica, gruppo armato che ha preso parte con Hamas al massacro del 7 ottobre 2023.
Wsj: «Hamas rivuole il corpo di Yahya e Muhammad Sinwar»
Lo scambio di prigionieri e ostaggi, come previsto dalla prima bozza dell’accordo, dovrebbe avvenire entro 72 ore dall’inizio del cessate il fuoco. Al termine della giornata di martedì sarebbero stati proprio i portavoce di Hamas a mettere nero su bianco gli avanzamenti compiuti nei negoziati, ammettendo la possibilità che lo scambio avvenga entro il fine settimana. Nella lista recapitata ai delegati di Tel Aviv dal gruppo armato non ci sono però solo prigionieri detenuti nelle carceri israeliane. Secondo il Wall Street Journal, Hamas avrebbe chiesto di ricevere indietro il corpo di Yahya Sinwar e Muhammad Sinwar, leader dei miliziani uccisi dall’esercito dello Stato ebraico negli scorsi mesi.
Hamas e Israele si scambiano le liste dei prigioneri. Witkoff e Kushner arrivati a Sharm
I negoziatori di Israele e Hamas si sono scambiati gli elenchi degli ostaggi e dei prigionieri da rilasciare nell’ambito dell’accordo di pace scaturito dal programma di Donald Trump. Lo ha fatto sapere un alto funzionario del gruppo armato, Taher Al-Nounou a margine del tavolo negoziale a Sharm el-Sheikh, in Egitto. «Siamo ottimisti», ha ribadito Al-Nounou. Proprio nelle ultime ore sono giunti nella nota località balneare anche i rappresentati americani: si tratta dell’invitato speciale Steve Witkoff e del genero di Trump Jared Kushner, artefici dei 20 punti verso la pace stilati dalla Casa Bianca.
Qatar: «Vogliamo forti garanzie scritte da Israele, il diavolo sta nei dettagli»
«Servono forti garanzie internazionali scritte» per assicurarsi che Israele rispetti i propri obblighi, come pattuito nell’accordo di pace. A sostenere fortemente questa posizione è il ministro degli Esteri qatariota Majed al-Ansari. Sempre secondo al-Ansari, le parti avrebbero già trovato un accordo su tutti i 20 principi, ma «il diavolo si nasconde nei dettagli». Ieri Hamas ha dato il suo via libera alla riconsegna di armi, ma si è opposto alla figura di di Tony Blair come leader del governo di transizione della Striscia.
Cisgiordania, decine di palestinesi aggrediti e interrogati
Continuano le operazioni militari e di polizia israeliane. All’alba decine di cittadini sono stati aggrediti, ammanettati, bendati e interrogati nel campo di Al-Arroub, nel governatorato di Hebron in Cisgiordania. Le persone fermate sono state sentite all’interno del Centro sociale giovanile del quartiere, prima di essere rilasciati. I soldati dell’Idf avrebbero anche sparato diversi colpi mentre alcuni fedeli uscivano dalla preghiera dell’alba, al momento non risultano esserci feriti.
