Gaza, scambiate le liste di prigionieri e ostaggi: chi c’è in quella di Hamas. L’ottimismo dall’Egitto: «Trump invitato per la firma» – La diretta


Riprendono i colloqui in Egitto tra Hamas e Israele, con la mediazione di Stati Uniti e Qatar. Le due delegazioni hanno consegnato le liste di prigionieri e ostaggi che dovrebbero prendere parte allo scambio, uno dei punti principali del piano di pace di Trump che avverrà qualora si dovesse trovare una quadra sul cessate il fuoco. Ieri, durante il secondo giorno di trattative, Hamas ha dato il via libera alla riconsegna di armi a un comitato egiziano-palestinese. Ma si è opposto alla figura di Tony Blair come leader del governo di transizione della Striscia.
Erdogan: «Hamas vuole la pace, Israele fermi gli attacchi». Domani Rubio a Parigi per il post guerra a Gaza
Il presidente turco Erdogan ha ricordato il peso di entrambe le parti nel raggiungimento di un accordo per la pace in Palestina. «La pace non è un uccello con una sola ala. Scaricare l’intero peso della pace su Hamas e sui palestinesi non è né giusto, né corretto, né realistico», ha commentato il leader turco, aggiungendo che «se si desidera veramente la pace, gli attacchi israeliani devono essere fermati immediatamente». Intanto si pensa già alla transizione post guerra a Gaza. Reuters riferisce che, in parallelo ai negoziati tra Israele e Hamas in Egitto, avrà luogo domani a Parigi una riunione sul destino di Gaza a guerra conclusa. Al summit parteciperà, oltre ai rappresentanti europei e arabi, il segretario di Stato americano Marco Rubio
Israele si prepara ad accogliere Trump
Israele si sta preparando alla possibilità che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump arrivi nel Paese nel caso venga firmato un accordo per la liberazione degli ostaggi e la tregua a Gaza. Lo rivela Ynet. In Israele si stima che Trump voglia recarsi nella regione per “celebrare” di presenza il grande risultato. Tutto dipende dall’esito dei colloqui di Sharm el-Sheikh, in Egitto, ma le indicazioni sono positive. L’Egitto, mediatore chiave nel processo, ha invitato Trump a partecipare alla cerimonia che potrebbe tenersi al Cairo
Il presidente egiziano invita Trump alla cerimonia della firma
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha invitato Donald Trump alla cerimonia della firma dell’accordo tra Israele e Hamas in Egitto, nel caso in cui venisse firmato. Lo riferiscono i media arabi. Il presidente egiziano, si legge anche su Anadolu, ha dichiarato che i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza tra Israele e Hamas nella città egiziana di Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso, stanno procedendo, invitando il suo omologo statunitense Donald Trump a partecipare alla firma dell’accordo in Egitto, qualora venisse raggiunto. Intervenendo a una cerimonia di laurea della polizia nella parte orientale del Cairo, Sisi ha affermato che i colloqui di Sharm el-Sheikh «stanno procedendo positivamente. Invito il presidente statunitense Donald Trump a partecipare alla firma dell’accordo di cessate il fuoco in Egitto, qualora venisse raggiunto. Sarebbe meraviglioso averlo qui».
Le richieste di Hamas: «Rilascio per sei ex leader di alto profilo»
All’interno della lista di prigionieri da liberare, consegnata da Hamas a Tel Aviv, non si conterebbero 250 nomi ma 300. Il tentativo, secondo alcune fonti vicine al gruppo armato, è avvicinarsi quanto più possibile a un accordo «tutti per tutti». Al momento nelle celle israeliane sarebbero infatti detenuti 303 ergastolani palestinesi. Tra i nomi inclusi dai vertici di Hammas ci sarebbero quelli dei cugini Marwan e Abdullah Barghouti, rispettivamente il leader politico di Fatah (condannato a 5 ergastoli nel 2002) e l’ingegnere di Hamas (condannato a 67 ergastoli perché ritenuto artefice di numerosi attentati dinamitardi. Inclusi anche Ibrahim Hamed, ex leader dell’ala militare di Hamas e condannato a 54 ergastoli, Ahmad Sa’adar, segretario generale del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, Abbas al-Sayyid e Hassan Salameh, protagonisti della Seconda Intifada.
Delegazione israeliana arrivata a Sharm, in arrivo anche rappresentanti della Jihad islamica
A Sharm el-Sheikh è arrivata anche la delegazione israeliana, guidata da Ron Dermer. Il ministro degli Affari strategici, molto vicino al premier Benjamin Netanyahu, sarà affiancato dal consigliere per la politica estera, Ophir Falk, il coordinatore degli ostaggi Gal Hirsch e per gli aspetti più tecnici dirigenti del Mossad e dello Shin Bet. In Egitto si starebbero dirigendo anche alcuni rappresentanti della Jihad islamica, gruppo armato che ha preso parte con Hamas al massacro del 7 ottobre 2023.
Wsj: «Hamas rivuole il corpo di Yahya e Muhammad Sinwar»
Lo scambio di prigionieri e ostaggi, come previsto dalla prima bozza dell’accordo, dovrebbe avvenire entro 72 ore dall’inizio del cessate il fuoco. Al termine della giornata di martedì sarebbero stati proprio i portavoce di Hamas a mettere nero su bianco gli avanzamenti compiuti nei negoziati, ammettendo la possibilità che lo scambio avvenga entro il fine settimana. Nella lista recapitata ai delegati di Tel Aviv dal gruppo armato non ci sono però solo prigionieri detenuti nelle carceri israeliane. Secondo il Wall Street Journal, Hamas avrebbe chiesto di ricevere indietro il corpo di Yahya Sinwar e Muhammad Sinwar, leader dei miliziani uccisi dall’esercito dello Stato ebraico negli scorsi mesi.
Hamas e Israele si scambiano le liste dei prigioneri. Witkoff e Kushner arrivati a Sharm
I negoziatori di Israele e Hamas si sono scambiati gli elenchi degli ostaggi e dei prigionieri da rilasciare nell’ambito dell’accordo di pace scaturito dal programma di Donald Trump. Lo ha fatto sapere un alto funzionario del gruppo armato, Taher Al-Nounou a margine del tavolo negoziale a Sharm el-Sheikh, in Egitto. «Siamo ottimisti», ha ribadito Al-Nounou. Proprio nelle ultime ore sono giunti nella nota località balneare anche i rappresentati americani: si tratta dell’invitato speciale Steve Witkoff e del genero di Trump Jared Kushner, artefici dei 20 punti verso la pace stilati dalla Casa Bianca.
Qatar: «Vogliamo forti garanzie scritte da Israele, il diavolo sta nei dettagli»
«Servono forti garanzie internazionali scritte» per assicurarsi che Israele rispetti i propri obblighi, come pattuito nell’accordo di pace. A sostenere fortemente questa posizione è il ministro degli Esteri qatariota Majed al-Ansari. Sempre secondo al-Ansari, le parti avrebbero già trovato un accordo su tutti i 20 principi, ma «il diavolo si nasconde nei dettagli». Ieri Hamas ha dato il suo via libera alla riconsegna di armi, ma si è opposto alla figura di di Tony Blair come leader del governo di transizione della Striscia.
Cisgiordania, decine di palestinesi aggrediti e interrogati
Continuano le operazioni militari e di polizia israeliane. All’alba decine di cittadini sono stati aggrediti, ammanettati, bendati e interrogati nel campo di Al-Arroub, nel governatorato di Hebron in Cisgiordania. Le persone fermate sono state sentite all’interno del Centro sociale giovanile del quartiere, prima di essere rilasciati. I soldati dell’Idf avrebbero anche sparato diversi colpi mentre alcuni fedeli uscivano dalla preghiera dell’alba, al momento non risultano esserci feriti.