Nobel per la Pace a Trump? Il New York Times lo candida: «Pace in Medio Oriente risultato enorme, Donald vale Obama e Roosevelt»


A mettersi tra Donald Trump e un possibile Nobel per la Pace, dopo tante rumorose auto-candidature, c’è solo il calendario. Ne sono sicuri anche dagli Stati Uniti, dove è lo stesso New York Times a spingere il nome del presidente americano: «L’accordo tra Hamas e Israele rappresenta la prova definitiva del suo obiettivo di mediatore e pacificatore». Insomma, aggiungere il suo nome in lizza non sarebbe così sbagliato. E, a dire il vero, al voto degli accademici svedesi che avverrà nella mattinata di venerdì 10 ottobre manca ancora qualche ora. Certo è che sarebbe un riconoscimento dato «sulla fiducia», senza un riscontro concreto che il suo piano di pace vada effettivamente a buon fine.
I predecessori Usa, da Obama a Carter
Nel calcolo delle tempistiche di Trump, il premio ha sicuramente occupato uno spazio non indifferente. In qualche angolo della sua mente, è indubbio che il leader americano ha sempre avuto il tarlo di pareggiare il conto con alcuni illustri predecessori che sono riusciti a portare il Nobel dentro la Casa Bianca: Theodore Roosevelt, Woodrow Wilson, Jimmy Carter e Barack Obama. Dopo gli Accordi di Abramo, con cui durante il suo primo mandato Trump aveva dato il via a un primo tentativo di normalizzazione dei rapporti tra Israele e alcuni Stati arabi, il patto Hamas-Tel Aviv è «il più grande risultato diplomatico del suo secondo mandato». E gli spalancherebbe la strada verso quel Nobel tanto agognato.
I dubbi sul piano di pace: «Nei prossimi giorni può andare tutto storto»
C’è però un «ma», anzi più di uno. «Molto potrebbe andare storto nei prossimi giorni e in Medio Oriente spesso è così», ammette l’editorialista David Sanger. Non è infatti chiaro se il patto funzionerà come pausa temporanea o sarà una soluzione a lungo termine. «Se Trump riuscirà a convincere il primo ministro Benjamin Netanyahu a ritirare le truppe dalla città di Gaza e a rinunciare al suo piano di prendere il controllo delle rovine di Gaza, se riuscirà a fermare la carneficina che ha causato la morte di 1.200 persone in Israele e di oltre 60mila palestinesi, avrà fatto ciò che molti prima di lui hanno tentato: superare in astuzia un alleato difficile e ora isolato».
Il nodo svedese: cosa farà l’Accademia
«Se il piano di pace andrà avanti, Trump potrebbe avere diritto al Nobel tanto quanto i quattro presidenti americani che lo hanno vinto in passato», chiosa l’editorialista. Eppure è il momento del secondo «ma»: dalla Svezia, ammesso che prendano per buono l’accordo così com’è, saranno disposti a una giravolta quasi completa rispetto ai candidati che sono emersi negli scorsi mesi?