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Gaza, Hamas rilascia i primi sette ostaggi. L’Idf: «Sono in Israele». Attesa per la liberazione degli altri tredici

13 Ottobre 2025 - 09:10 Alessandro D’Amato
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Iniziata la prima fase del rilascio dei rapiti. Il presidente Usa, Donald Trump, atterrato all'aeroporto Ben Gurion: «La guerra è finita, lo capite?»

L’esercito israeliano ha annunciato che i sette ostaggi liberati alle 7 di questa mattina – Gali e Ziv Berman, Matan Angrest, Alon Ohel, Omri Miran, Eitan Mor e Guy Gilboa-Dallal – si trovano ora in Israele, al punto di accoglienza iniziale. Saranno sottoposti a una prima valutazione medica e si riuniranno con le loro famiglie nel sud del Paese, rende noto l’Idf. Rappresentanti dell’esercito di Tel Aviv stanno accompagnando tutti i familiari in attesa presso l’ospedale.

I nomi dei 20 ostaggi

L’ala militare di Hamas aveva pubblicato in mattinata l’elenco dei 20 ostaggi che saranno rilasciati vivi oggi. L’elenco non è diverso da quello noto in Israele: Bar Kuperstein, Eviatar David, Yosef Haim Ohana, Segev Kalfon, Avitan Or, Elkana Buchbot, Maxim Harkin, Nimrod Cohen, Matan Tsengauker, David Cuneo, Eitan Horn, Matan Engerst, Eitan Mor, Gali Berman, Ziv Berman, Omri Miran, Alon Ohel, Guy Gilboa-Dalal, Rom Breslavsky e Ariel Cune. Le famiglie sono state informate che il rilascio degli ostaggi israeliani avverrà in due fasi, una prima alle 8 (le 7 ora italiana) già avvenuta e una seconda tra le 9 e le 10. Nel frattempo, il presidente Usa, Donald Trump, è atterrato in Israele.

Hamas fa telefonare gli ostaggi ancora a Gaza alle famiglie

In Piazza degli ostaggi a Tel Aviv sul grande schermo è stata trasmessa la telefonata dell’ostaggio non ancora liberato Matan Tsengauker da Gaza alla madre, che da due anni si batte per la sua liberazione. Hamas ha consentito ad alcuni rapiti di chiamare le famiglie prima della liberazione. «Matan, stai tornando a casa. State tutti tornando a casa. Grazie a Dio la guerra è finita. Stai tornando a casa. La mia vita ti aspetta», ha detto la madre Einav.

La liberazione

La seconda fase del rilascio degli ostaggi ancora vivi avrà luogo alle 10 (le 9 in Italia) nel sud di Gaza. Dani Miran, il padre di Omri Miran, uno degli ostaggi appena liberati ha detto «stiamo aspettando, aspettando e aspettando di poterci riunire». Intanto la famiglia di Nimrod Cohen viene sostenuta da centinaia di persone lungo la strada mentre si dirige verso la base militare di Re’im, dove gli ostaggi liberati saranno consegnati una volta in mano israeliana. La folla si è radunata all’incrocio di Shaar Hanegev, a 15 minuti di auto da Re’im, tenendo in mano bandiere gialle e bandiere israeliane e guardando la diretta tv.

Il presidente americano Donald Trump ha assistito alla liberazione dei primi sette ostaggi israeliani dall’Air Force One che lo porta a Tel Aviv. «La storia mentre accade», ha scritto la sua portavoce Karoline Leavitt sui social media, insieme a una foto della televisione che sull’aereo presidenziale trasmetteva immagini da Gaza e da Israele. Hamas ha espresso il suo «impegno nei confronti dell’accordo raggiunto» con Israele sulla base del piano Trump «e della relativa tempistica, a condizione che li rispetti anche l’occupante». I sette ostaggi israeliani consegnati questa mattina da Hamas alla Croce Rosa sono sulla via per la consegna all’Idf. Un lungo applauso ha accolto la notizia della liberazione dei primi ostaggi nella Piazza degli ostaggi a Tel Aviv.

Hamas e il rilascio degli ostaggi

«Nell’ambito dell’accordo [di cessate il fuoco e] di scambio di prigionieri, le Brigate al-Qassam hanno deciso di rilasciare vivi i seguenti prigionieri sionisti», è la frase con cui Hamas accompagna l’annuncio del rilascio. Gli ostaggi citati dalle Brigate Ezzedine al-Qassam sul proprio canale Telegram fanno parte dei 48 prigionieri, sia vivi che deceduti, detenuti dai militanti palestinesi a Gaza. Intanto gli autobus della Croce Rossa stanno arrivando nella parte centrale della Striscia a Deir al-Balah. Lo scambio di ostaggi rappresenta la prima tappa del piano presentato dal presidente americano Donald Trump per mettere fine alle ostilità. Il ritorno in Israele dei 48 ostaggi, vivi o morti, dovrà essere accompagnato dal rilascio da parte di Israele di 250 detenuti per «motivi di sicurezza». Tra cui molti condannati per attentati mortali contro Israele. E di 1.700 palestinesi arrestati a Gaza dall’ottobre 2023.

Il cessate il fuoco

Al quarto giorno del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, il ritorno degli ostaggi segnerà un «evento storico che unisce tristezza e gioia», ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il loro arrivo è previsto nelle prime ore del mattino, secondo Shosh Bedrosian, portavoce di Netanyahu. Il governo si aspetta che i «20 ostaggi vivi siano liberati insieme e consegnati tutti contemporaneamente alla Croce Rossa». Le autorità israeliane prevedono tuttavia che non tutti gli ostaggi morti saranno restituiti oggi. In tal caso, secondo Bedrosian, «un organismo internazionale, concordato nell’ambito di questo piano, aiuterà a localizzare gli ostaggi (morti) se non saranno ritrovati e consegnati».

Donald Trump

Secondo fonti vicine ai negoziati, Hamas ha «completato i preparativi» per il rilascio degli ostaggi vivi. Ma continua a chiedere in cambio il rilascio dei leader palestinesi. Da parte sua, Israele ha avvertito che i detenuti palestinesi, che sono stati trasferiti in due prigioni specifiche, saranno rilasciati solo dopo la conferma che gli ostaggi sono stati restituiti. Trump è atteso in Israele alle 6,20 circa. Dopo uno scambio con Netanyahu, parlerà davanti al Parlamento e incontrerà i famigliari degli ostaggi. «La guerra è finita. D’accordo? Lo capite?», ha dichiarato il presidente americano ai giornalisti al momento di lasciare gli Stati Uniti.

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