«Nel suo cervello mi voleva sfidare», perché è stato ucciso Paolo Taormina a Palermo. Il rimprovero e la lite: la versione di Maranzano


«Quattro mesi fa scriveva a mia moglie con profili falsi su TikTok e Instagram, poi ho saputo che era lui»: comincia così la confessione, lunga 8 pagine, di Gaetano Maranzano, in cella da domenica per l’omicidio di Paolo Taormina, il 21enne che lavorava nel pub di famiglia a Palermo sabato notte, davanti a decine di persone. La versione del 28enne è sotto esame degli investigatoti, che finora non hanno trovato riscontri
«Nel suo cervello mi voleva sfidare»
Interrogato dai pm domenica, poche ore dopo essere stato fermato dai carabinieri arrivati a lui grazie a testimonianze e alle immagini di alcune videocamere, Maranzano ha raccontato cosa è accaduto sabato. Lui e degli amici, di cui si rifiuta di fare il nome, erano andati al locale di Taormina. «Siccome lui era in difetto con me – dice – mi guardava male e si agitava, nel suo cervello mi voleva sfidare».
«Mi diceva che non si doveva fare casino. I ragazzi facevano casino e lui è venuto a prendere di petto me – racconta riferendosi a una lite scoppiata fuori dal pub – In più io avevo astio con lui per la cosa di mia moglie. Mi sfidava. Parlava verso di me diceva “qua non si deve fare vucciria” (confusione ndr). Mi state siddiando (scocciando ndr). Mi voleva mettere in cattiva luce davanti alle persone».
Prima la lite, poi gli spari davanti al pub
«Visto che lui mi voleva far fare male figura – continua Maranzano – gli ho detto: “non mi stuzzicare perché lo sai che ce l’ho con te”. Lui se n’è fregato e mi parlava in maniera agitata, mi ha rimproverato. Dopo pochi minuti di colluttazione gli ho sparato». Maranzano ha sostenuto di essere partito dal suo quartiere, lo Zen, con la pistola per andare in centro. «È successo questa cosa che c’è stata confusione ha preso ragazzi di mira. Poi si è voltato verso di me e si è messo a fare lo scemo, poi abbiamo litigato. Quindi non ci ho visto più e ho sparato», ha concluso sostenendo di aver buttato il resto dei proiettili durante la fuga.