Bomba contro Ranucci, le reazioni di colleghi e politici (anche chi lo aveva querelato). Storace: «Ora ritirare le denunce contro di lui»


Dalla maggioranza di governo alle opposizioni, tutto il panorama politico ha fatto quadrato intorno a Sigfrido Ranucci poche ore dopo l’attentato che ha danneggiato la sua macchina e quella di sua figlia. «La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie», ha commentato Giorgia Meloni, come si legge in una nota di Palazzo Chigi. «Attacco vile e pericoloso a una persona già sotto scorta per aver svolto il suo lavoro di giornalista d’inchiesta, un attacco che richiede la reazione e la presenza delle istituzioni», così la segretaria del Pd Elly Schlein. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha confermato il rafforzamento della scorta per il giornalista di Report e per la sua famiglia, l’ex ministro Francesco Storace ha invece invitato tutti a «ritirare qualunque querela contro di lui».
La posizione di Storace: «No accuse a vicenda, tutti rimettano le querele»
«A mente fredda voglio dire a destra e a sinistra che se un giornalista subisce un attentato, la solidarietà va manifestata soprattutto con un gesto: ritirando qualunque querela contro di lui», ha sostenuto Storace, oggi conduttore della trasmissione Il rosso e il nero su Rai Radio 1. «Con ciò che è accaduto a Ranucci siamo oltre ogni limite: ed è inaccettabile che da qualcuno di sinistra si punti l’indice contro la destra e che da qualcuno di destra si scriva che Sigfrido se la sia cercata».
L’abbraccio della maggioranza: «È un attentato allo Stato, inquietante»
«È gravissimo ogni tipo di intimidazione, figuriamoci una bomba», ha sostenuto il vicepremier Matteo Salvini su SkyTg24. «Sarebbe bello che la politica, in occasione di ogni episodio di violenza fosse egualmente unanime nella condanna perché non ci sono minacce di Serie A e di serie B». Sui social anche il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha rivolto la sua solidarietà al giornalista: «Non esiste motivazione che possa giustificare questa violenza». Dal Senato, il presidente Ignazio La Russa ha condannato «una vicenda davvero inquietante», augurando che la giustizia «faccia rapidamente il suo corso». Per Carlo Nordio, ministro della Giustizia, la bomba per Ranucci «è un attentato allo Stato al 100%». Anche Maurizio Gasparri, che ha più di una querela in sospeso proprio ai danni del conduttore di Report, ha espresso la sua «totale condanna».
Pd e M5S si stringono a Ranucci, Bonelli: «Chi lo delegittima è complice»
Anche Pd e M5S hanno condannato l’attentato a Ranucci: «Non possiamo accettare alcuna intimidazione al giornalismo d’inchiesta. Sia fatta piena luce sui responsabili e la matrice di questo gravissimo attentato». , ha scritto Elly Schlein. «Chi tocca Sigfrido Ranucci tocca tutti noi, è un colpo diretto al cuore della nostra democrazia, all’idea stessa di un Paese libero e civile», hanno fatto sapere gli esponenti pentastellati della commissione di vigilanza Rai. Matteo Renzi, a nome di Italia Viva, e Carlo Calenda, segretario di Azione, hanno manifestato la loro vicinanza a Sigfrido Ranucci: «È un atto dai modi che non si vedevano da tempo». Va più all’offensiva Angelo Bonelli, deputato di Avs: «Chi in questi anni ha attaccato Ranucci e la redazione di Report, arrivando perfino a chiedere il fermo della trasmissione, rifletta e chieda scusa. Alimentare campagne di delegittimazione contro chi fa inchieste coraggiose significa rendersi complici di un clima d’odio che oggi esplode in tutta la sua gravità».
I colleghi Gabanelli e Sallusti: «Spaventoso, ma Ranucci non sarà intimidito»
Nel panorama giornalistico, tra le prime a dare sostegno a Ranucci è stata Milena Gabanelli, fondatrice e volto per vent’anni della trasmissione Report. «Quel gesto vuol dire una cosa sola, vuol dire “non ti fare gli affari nostri. Non intimidiranno né Sigfrido, né gli altri: hanno scelto questo mestiere perchè credono nel valore dell’informazione e la passione è più forte della violenza. Ricordatevelo, voi che avete messo quell’esplosivo: non ce la farete mai a intimidirli». Anche Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, ha espresso solidarietà: «È un collega con il quale litigo da una decina di anni. Quanto accaduto è una cosa gravissima. Non c’è ancora una minima ipotesi su chi possa essere stato, ma di fronte a una bomba ci si ferma». «Un attentato spaventoso che ci riporta indietro agli anni più bui», ha commentato l’Usigrai. «Siamo vicini a Sigfrido Ranucci alla sua famiglia dopo che nella notte la sua auto è esplosa davanti a casa».