«Mi pento ogni giorno per ciò che ho fatto, accetto l’ergastolo». Ecco la lettera con cui Turetta ha rinunciato all’appello


È una pagina scritta di suo pugno quella con cui Filippo Turetta rinuncia al ricorso in appello. La notizia era già stata diramata, ma ora è possibile conoscere le parole esatte con cui il ragazzo, dal carcere di Verona dove è detenuto, ha comunicato la sua decisione di ritirare l’impugnazione proposta lo scorso 21 maggio. Con questa decisione Turetta ha dichiarato di accettare l’ergastolo, ma la sua sentenza sarà comunque ancora oggetto di discussione in tribunale il mese prossimo. La Procura di Venezia infatti intende dar seguito al procedimento affinché siano riconosciute le aggravanti di crudeltà e stalking, che la Corte d’assise aveva escluso in primo grado.

La lettera di Filippo Turetta
«Fin dall’inizio dall’inizio del mio percorso giudiziario – scrive Turetta – ho fatto tutte le scelte possibili affinché questo potesse portare il più rapidamente possibile e in modo trasparente e sincero alla sentenza, qualsiasi essa fosse, tristemente consapevole che purtroppo in nessun modo essa potrà pienamente rimediare ed eliminare il profondo dolore e sofferenza che ho causato con le mie gravissime azioni a Giulia e a tutti i suoi familiari e parenti». Poi il 23enne, con un fiume di parole, dichiara: «In questo momento ho maturato la convinzione e sento il bisogno per questi motivi e spinto dai forti sensi di colpa che provo ad assumermi la piena responsabilità per quello che ho fatto, di cui mi pento ogni giorno sinceramente dal profondo del cuore pensando a Lei e a tutto questo e di prendere la scelta di rifiutare di affrontare i successivi gradi di giudizio e accettare la pena che ho ricevuto in primo grado».
A novembre il processo di secondo grado
Confermando che i suoi difensori «hanno preso atto della mia meditata e maturata decisione», Turetta dichiara di rinunciare all’impugnazione. Destinatari della lettera sono la Procura generale, quella ordinaria, la Corte d’assise e quella d’appello, dove il prossimo 14 novembre dovrebbe iniziare il processo di secondo grado. Quel giorno Turetta non sarà in tribunale, a differenza dell’accusa, che quel nuovo processo l’ha voluto. Lo ha confermato il procuratore facente funzione di Venezia, Stefano Ancillotto: «Noi in appello ci saremo».