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Meloni e il caso dell’ambasciatore in Russia che sa come l’Italia decide in armi (anche per difesa dai russi). L’imbarazzo tra le fila del governo

19 Ottobre 2025 - 09:01 Alba Romano
ambasciatore russia armi
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Al tavolo interministeriale su cui si decidono le armi e le spese per la difesa partecipa Beltrame, nominato prossimo rappresentante in Russia. E qui sorgerebbe per molti un problema

Stefano Beltrame è il consigliere diplomatico del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e prossimo ambasciatore italiano a Mosca. Ma, come ricostruisce oggi Giacomo Salvini sul Fatto Quotidiano, la sua figura sta diventando scomoda. Perché potrebbe sapere, mentre si appresta a lavorare in Russia, come spenderà i propri soldi l’Italia per potersi difendere nei prossimi anni. Armi incluse. Beltrame è infatti responsabile del Tesoro al tavolo interministeriale sul programma Safe (Security Action for Europe),il fondo europeo che permetterà all’Italia di spendere 15 miliardi nel settore della Difesa da qui ai prossimi anni. E Giorgetti a non l’ha finora voluto sostituire. All’ultimo appuntamento dell’interministeriale Beltrame ci ha mandato due delegati. E lì qualcuno ha sbottato, con irritazioni, spiega Salvini, tra i funzionari dei ministeri degli Esteri, Difesa, Imprese e presidenza del Consiglio.

Il tavolo interministeriale Safe “bloccato” (e la scadenza che incombe)

Il comitato è composto da due rappresentanti per ogni ministero. Ci sono figure importanti, dal consigliere militare di Giorgia Meloni, Franco Federici, al consigliere strategico di Antonio Tajani. Qualcuno ha notato l’anomalia in casa Giorgetti ma nonostante la nomina ad ambasciatore Beltrame è rimasto al suo posto. E così, spiegano sul Fatto Quotidiano, i lavori del comitato sono fortemente rallentati. Non un bene, dato che entro il 30 novembre il governo italiano dovrà presentare a Bruxelles come saranno i suoi programmi di spesa sul modello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Non solo, su Beltrame, come ricorda anche Il Foglio, manca ancora la lettera di gradimento da Mosca. E qui il Cremlino tentenna proprio per le posizione filo ucraine del governo Meloni.

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