Aggredì l’ex trascinandola sul bus: braccialetto elettronico per il 45enne di Varese. E anche per lei: ecco perché

Il giudice per le indagini preliminari di Varese, Alessandro Chionna, ha disposto l’applicazione del braccialetto elettronico per il 45enne arrestato la scorsa settimana dopo l’aggressione ai danni della sua ex compagna di 19 anni, avvenuta a una fermata dell’autobus in città. L’uomo poi costrinse la ragazza a salire sul mezzo. I due vennero intercettati dagli agenti della polizia di Stato, grazie a una chiamata arrivata sul cellulare della 19enne. Il nuovo provvedimento si aggiunge al divieto di avvicinamento già in vigore. L’uomo dovrà infatti mantenersi ad almeno 500 metri di distanza dalla giovane e dai luoghi da lei frequentati. Il gip ha precisato che, in caso di violazione delle prescrizioni, scatterà automaticamente la custodia in carcere. Secondo quanto riporta Rainews il dispositivo sarà applicato anche alla giovane, per evitare riavvicinamenti tra i due.
L’aggressione e l’arresto
Il 45enne era stato fermato martedì scorso dalla Polizia di Stato, dopo che un amico della vittima aveva chiamato il 112 segnalando l’aggressione in corso. La ragazza, in lacrime, era riuscita a contattare il conoscente subito dopo essere stata picchiata dall’ex compagno, mentre entrambi si trovavano su un autobus di linea. L’operatore della centrale operativa, dopo aver localizzato il mezzo, aveva contattato direttamente la 19enne e mantenuto con lei il contatto telefonico fino all’intervento delle pattuglie. «Rimani al telefono con me, cosa vedi dal finestrino? C’è una rotonda? Un supermercato?», le aveva chiesto l’agente per localizzare l’autobus. Gli agenti erano riusciti a intercettare il pullman e ad arrestare l’uomo, poi portato in Questura per gli accertamenti.
La decisione del giudice
Dopo la convalida dell’arresto, il 45enne era stato rimesso in libertà con il solo divieto di avvicinamento. Tuttavia, alla luce della gravità dei fatti e del rischio di nuove condotte persecutorie, il giudice Chionna ha ritenuto necessario rafforzare la misura, ordinando l’uso del dispositivo di controllo elettronico. L’indagato, accusato di atti persecutori e lesioni personali, si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice. Le indagini proseguono coordinate dalla Procura di Varese, mentre la giovane vittima resta sotto tutela e assistita dai servizi specializzati per la protezione delle donne vittime di violenza.
