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Garlasco, il supertestimone e lo scontrino del parcheggio di Andrea Sempio: «È falso»

22 Ottobre 2025 - 05:44 Alessandro D’Amato
garlasco andrea sempio scontrino testimone madre daniela ferrari
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La nuova indagine fa crollare l'alibi dell'indagato. E si collega alla testimonianza del pompiere Antonio B. I buchi nelle risposte e Sempio che si sente come un soldato in trincea

Si è presentato dai carabinieri di via Moscova a Milano. Spontaneamente. E ha detto che lo scontrino del parcheggio di Vigevano del 13 agosto 2007 – un euro per un’ora di sosta in piazza Sant’Ambrogio a partire dalle 10.18 – non è di Andrea Sempio. E nemmeno dei suoi familiari. Così la nuova indagine procuratore aggiunto di Pavia Stefano Civardi e dalle pm Giuliana Rizza e Valentina De Stefano sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco ha un elemento in più. Che va oltre la testimonianza dell’amico di Daniela Ferrari, madre di Sempio. E un nuovo supertestimone.

L’alibi di Andrea Sempio

La testimonianza smonta l’alibi di Sempio. La persona «informata sui fatti» ha spiegato senza esitazioni che la storia raccontata a proposito dello scontrino è falsa. E i carabinieri lo ritengono assai credibile. Hanno avviato riscontri e informato la procura di Pavia guidata da Fabio Napoleoni. Si può ipotizzare che l’uomo sia il vero proprietario dello scontrino. E che abbia dimostrato di trovarsi quel giorno e a quell’ora proprio dove avrebbe dovuto essere l’indagato in concorso con Alberto Stasi. Proprio quel biglietto era stato uno dei punti chiave della prima archiviazione del gip Fabio Lambertucci. L’archiviazione sulla quale oggi indagano a Brescia. Ipotizzando addirittura la corruzione in atti giudiziari. E puntando il procuratore dell’epoca Mario Venditti.

Storia di uno scontrino

Un anno dopo il delitto – il 4 ottobre 2008 – Sempio ha dato ai carabinieri di Vigevano quello scontrino durante il suo secondo interrogatorio. In quello del 10 febbraio 2017 davanti a Venditti e alla pm Giulia Pezzino (dimessasi a febbraio 2025 dalla magistratura) l’indagato aveva spiegato: «Quello scontrino è stato ritrovato da mio padre o mia madre sulla macchina qualche giorno dopo il fatto, quando io ero già stato sentito. Mia madre ha detto “per sicurezza teniamolo”, quindi i miei genitori hanno deciso di conservarlo. La seconda volta che sono stato sentito non avevo con me lo scontrino ma ho solo riferito ai carabinieri che lo avevo. Quindi sono stati loro a dirmi di andare a prenderlo. Mi sono quindi recato insieme a mio padre a casa dove l’ho preso e l’ho portato in caserma».

Il ticket di piazza Sant’Ambrogio

Il ticket di piazza Sant’Ambrogio pagato alle 10.18 del giorno dell’omicidio ha avuto modalità anomale di consegna. Ma questo si è scoperto soltanto dopo. Daniela Ferrari ad aprile di quest’anno ha avuto un malore mentre i carabinieri di Milano la ascoltavano in caserma. Proprio per le domande sul ticket. E sulla sua amicizia con il vigile del fuoco di Vigevano Antonio B., che avrebbe visto proprio quella domenica mattina. Su orari e spostamenti si gioca la partita decisiva dell’inchiesta. E le coincidenze sono state messe in dicussione a dicembre 2016 dalla relazione dei detective della Skp Investigazioni. Secondo i Sempio dopo le spese Ferrari aveva riconsegnato l’auto ad Andrea alle 9.50. In tempo per andare in libreria a Vigevano.

I buchi nelle risposte su Garlasco

I Sempio si erano però accorti di aver lasciato buchi nelle risposte ai magistrati. «Ne abbiamo cannata una però, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, e tu hai detto che l’abbiamo ritrovato prima». La scoperta degli appunti in casa Sempio hanno portato all’indagine sul presunto insabbiamento di otto anni fa.

«È un falso»

Pochi giorni fa erano arrivate le parole di Fabrizio Gallo, il legale del suo ex avvocato Massimo Lovati. Che alla trasmissione «Ignoto X» di La7 aveva messo in dubbio la solidità dell’alibi: «Se lui continua a usare quello scontrino, va contro un muro: lo scontrino è falso. Lovati sostiene che, se una persona è innocente, non ha bisogno di correre per trovarsi un alibi». Stasera Chi l’ha visto? proporrà un’intervista a Sempio, realizzata dall’inviato Vittorio Romano. «Ho chiesto a Lovati se aveva dato lui i soldi nostri a qualcuno», dice l’indagato rispondendo alle domande sulla corruzione. E sulla sua indagine: «Mi sento come un soldato in trincea. Aspetto che potrà capitare di tutto. Sei rassegnato, e aspetti che passi».