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L’arrivo in motorino, le coltellate, la fuga: così Luigi Morcaldi ha ucciso Luciana Ronchi in 75 secondi – Il video

23 Ottobre 2025 - 21:50 Ugo Milano
Le immagini dell'aggressione mortale a Bruzzano riprese da una telecamera di sicurezza. Lo sgomento dei passanti

Da quando compare a quando scompare il Beverly 300, a bordo del quale è seduto Luigi Morcaldi, passa un minuto e quindici secondi. È un agguato premeditato e studiato quello che ha portato alla brutale uccisione della 62enne Luciana Ronchi, ex compagna dell’uomo. A rivelare la dinamica dell’aggressione, confermando la versione data dai testimoni oculari, è una telecamera di video sorveglianza che riprende l’intera scena.

L’arrivo in motorino, la paura della donna e le coltellate

Sono le 9,51 e 24 secondi di mercoledì 22 ottobre. Il civico è il 5 di via Grassini, nel quartiere Bruzzano in periferia nord di Milano. Lungo il parcheggio le auto sono parcheggiate in fila, la donna – di spalle rispetto alla telecamera – sta camminando. Alle sue spalle sbuca il motorino, la supera e fa una rapida inversione a U. Luigi Morcaldi ferma il motorino e mette in fretta il cavalletto. Lei in quell’istante lo riconosce, continua a camminare ma cerca di allontanarsi da lui. Il 64enne accelera, le si avventa addosso e la colpisce. Una, due, tre, quattordici volte tra collo e volto

L’arrivo dei testimoni e la fuga

Poco dopo l’inizio dell’accoltellamento, un uomo passa in bicicletta. Ci mette qualche secondo a capire cosa sta succedendo, poi si avvicina e molla giù il mezzo di trasporto. A quel punto l’uomo infierisce un’ultima volta sulla ex compagna, poi si allontana. Guarda in faccia il testimone, sale in sella al motorino e sgomma via. La donna, ancora in piedi ma barcollante, si allontana tentando di tornare a casa. È seguita da un secondo passante che, vedendola instabile sui piedi, le porge un braccio. «Appena si è girata ho notato un profondo taglio sulla guancia sinistra, era coperta di sangue», ha raccontato agli inquirenti. Poi la donna si accascia a terra.

La morte della donna e l’arresto del killer: «Datemi l’ergastolo»

Il resto della storia è tragicamente noto. La donna, in arresto cardiaco, viene portata in codice rosso al Niguarda, dove muore dopo un disperato intervento chirurgico. L’uomo scompare, viene ritrovato solo alle 18 in macchina al Parco nord. Non oppone resistenza: «Datemi direttamente l’ergastolo». Sui sedili dietro dell’auto gli investigatori notano una lettera. Il titolo, «La torta avvelenata», e il contenuto sembrano un manifesto stilato con precisione dall’assassino prima di colpire la vittima. Il giorno prima, stando la racconto del custode, l’uomo aveva fatto un sopralluogo sotto casa della vittima. 

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