Ultime notizie Delitto di GarlascoJannik SinnerLegge di bilancioSigfrido Ranucci
CULTURA & SPETTACOLOCarlo ContiFestival di SanremoMusicaRaiSkySuoni e VisioniTvX Factor

Sanremo Giovani avrà 8 ex talent su 34: come è cambiato il ruolo di Amici e X factor negli ultimi anni

23 Ottobre 2025 - 16:57 Gabriele Fazio
x factor vincitrice mimì pagelle manuel agnelli
x factor vincitrice mimì pagelle manuel agnelli
In un mercato in overbooking e con Sanremo che punta solo a record di share, i talent sono ancora l'ultima vetrina per farsi notare?

Ieri è stata rilasciata la lista dei 34 artisti che si contenderanno Sanremo Giovani. Due gli slot disponibili per accedere a semifinali e finale di febbraio, gli altri due arriveranno dal percorso Area Sanremo, la cui esistenza, a dire il vero, è cerchiata da diversi punti interrogativi, specie riguardo il motivo ufficiale della sua esistenza, al momento piuttosto inspiegabile. Sanremo Giovani, dal 1984, quando la categoria è stata inaugurata, si sa, ha regalato diverse soddisfazioni, molti dei nomi più altisonanti della musica italiana anche di oggi (Bocelli, Ramazzotti, Pausini, Giorgia e a lungo potremmo proseguire) li conosciamo perché sono passati da quel checkpoint, una volta fondamentale non esistendo internet né talent dove farsi notare dal pubblico mainstream, quello che fa e sempre farà la differenza, perlomeno in termini numerici. Dunque tutti ragazzi dei quali ai tempi non si sapeva praticamente nulla.

Oggi la situazione è molto diversa, perché fare musica è diventato molto più semplice, perché si è allargato il mercato, perché ognuno di noi in mano ha un media potenzialmente milionario, perché la musica costa poco o nulla e perché, è chiaro, esistono i talent.

Tutti gli ex talent di Sanremo Giovani 2026

Sono otto su trentaquattro gli artisti già noti al largo pubblico televisivo avendo in passato, anche recentissimo, partecipato ad Amici o X Factor. Quattro e quattro, divisione, immaginiamo casuale, molto equa. Da Sky arrivano la vincitrice in carica Mimì e poi Cmqmartina, Angelica Bove e i Disco Club Paradiso, che sono anche l’unica band (Houston, abbiamo un problema) su trentaquattro progetti. Sua maestà della tv Maria De Filippi invece manda gli Amici Petit, Antonia, Nicolò Filippucci e Senza Cri. Poi, a onor di cronaca, segnaliamo anche la presenza di Lea Gavino, attrice (qualcuno la ricorderà per la sua partecipazione al Gen Z drama Skam) che ha debuttato nel mondo della musica con due ottimi brani circa due settimane fa.

Sulla carta sono i favoriti avendo già un nome, grande o meno, nel mondo della musica, cosa che oltre a dargli un vantaggio in termini di professionalità e dimestichezza col mezzo televisivo in ottica televoto, è anche un’occasione ghiotta per Carlo Conti e il cast dei big che, immaginiamo, starà per chiudere in questi giorni.

A che servono i talent oggi?

Il mercato discografico è certamente, nell’ambito di quelli legati alla cultura, quello che ha subito più sconvolgimenti. Al variare della tecnologia è cambiato proprio il rapporto con il pubblico, il modo in cui recepisce la musica e “risponde” alla musica. Ogni singolo aspetto della produzione di musica ha subito sostanziali mutazioni per adattarsi a situazioni sempre più nuove. I vinili, le audiocassette, i cd, la musica scaricata illegalmente, lo streaming, correnti potenti, talvolta opposte.

Anche la funzione dei talent è molto cambiata dall’inizio del nuovo millennio, quando sono sbarcati nei palinsesti della tv italiana, e parliamo del 2001 per quanto riguarda Amici e del 2008 per quanto riguarda X Factor (The Voice, discograficamente parlando, è stato sempre talmente irrilevante che non serve nemmeno soffermarcisi). C’è stata un’esplosione iniziale letteralmente accecante, la musica italiana era fortemente condizionata da giovani cantanti senza cognome, il pubblico non desiderava altro, la musica passava esclusivamente attraverso il tubo catodico e un televoto. Un trend orribile durato una decina d’anni che ha toccato il suo apice con vittorie al Festival di Sanremo che ancora gridano vendetta come quelle di Marco Carta e Valerio Scanu.

Esasperazioni che hanno certamente favorito lo sviluppo di un movimento culturale rivoluzionario e in totale controtendenza come l’indie. Per molti quella rappresentava la definitiva morte dei format televisivi legati alla musica, sono quelli, per dire, gli anni in cui in tutto il mondo X Factor viene tagliato per totale disinteresse del pubblico. La versione italiana dello show, che invece all’estero è stato surclassato da The Voice, no. Sky ha continuato ad insistere sul format, nonostante si sia fatta sempre più misera la percentuale di concorrenti con un futuro decente nel mercato musicale, che è rimasto sempre pressocché uguale a se stesso, nonostante tutto ciò che accadeva nella discografia fuori da lì.

L’unica vetrina possibile

Una perseveranza che potrebbe anche premiare, perché nel frattempo l’indie è morto e la trap non si sente molto bene, perché nel frattempo il mercato è caduto in un profondissimo, forse irrimediabile, overbooking: si sono moltiplicati gli artisti, si sono dimezzati (un eufemismo) gli spazi. E dunque, se i club di provincia non possono più permettersi di ospitare progetti di giovani artisti italiani e il direttore artistico di Sanremo, a caccia di record sempre più imponenti da attaccare sopra il camino, punta solo a nomi che possano restituirgli qualcosa in termini di share, in che modo un artista può farsi conoscere? Effettivamente, non restano che i talent.

Una vetrina che vale quel che vale (Amici, che si trascina dietro il pubblico ultrapopolare degli show della De Filippi, un po’ di più), che può causare danni irrimediabili legati ad etichette che rischiano di non abbandonarti più e mandarti anche dritto dritto in analisi, e tocca anche star lì a cantare cover guidati, e addirittura giudicati, da personaggi che musicalmente parlando avrebbero più da imparare che da insegnare. Ma comunque resta una vetrina, un modo per farsi vedere e non essere un signor Nessuno come tanti altri che ogni settimana gettano spregiudicatamente il loro lavoro sul mercato sperando in quello che, statistiche alla mano, è un vero e proprio miracolo.

leggi anche