Sigfrido Ranucci denuncia: «C’è chi vuole armare il Garante della privacy per punire Report». La replica: «Noi indipendenti e trasparenti»


Il giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, ha denunciato pubblicamente un presunto tentativo di «punire» la sua trasmissione attraverso l’uso politico del Garante per la privacy. «In questi giorni sto ricevendo solidarietà bipartisan, ma si sta rivelando ipocrita — ha detto — perché da una parte mi si esprime vicinanza, dall’altra qualcuno sta armando il Garante per colpire Report e dare un segnale esemplare ad altre trasmissioni». Ranucci ha parlato da remoto nel corso di una conferenza stampa al Parlamento europeo, organizzata dall’eurodeputato del Partito democratico Sandro Ruotolo. Nel suo intervento, Ranucci ha accusato l’authority italiana di agire «soprattutto per input politici». «Lo dico con cognizione di causa — ha spiegato — e lo vedremo nelle prossime ore. Per questo chiedo che il Garante europeo verifichi come sta operando quello italiano, che sembra muoversi come un’emanazione del governo». Il giornalista ha poi ringraziato l’Unione europea «per l’impegno nel promuovere l’European Media Freedom Act, che potrà contribuire a liberare la Rai e altri mezzi di informazione dai condizionamenti della politica».
La replica del Garante: «Noi indipendenti e trasparenti»
«In relazione alle gravissime affermazioni rese dal dott. Sigfrido Ranucci in data odierna nel corso della conferenza stampa al Parlamento europeo di Strasburgo, il Garante Privacy, nella totalità dei componenti, ribadisce l’assoluta indipendenza e trasparenza del proprio operato a difesa della legalità». A sottolinearlo in una nota è la stessa Autorità, che «si riserva ogni necessaria iniziativa a propria tutela».
Il riferimento all’attentato a Ranucci
Le parole di Ranucci arrivano pochi giorni dopo l’attentato esplosivo avvenuto la sera del 16 ottobre davanti alla sua abitazione a Campo Ascolano, vicino Roma. L’ordigno — un chilo di polvere pirica, collocato tra due vasi con la miccia accesa — ha provocato un forte boato danneggiando le auto del giornalista e di sua figlia. L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, sta procedendo per danneggiamento aggravato da metodo mafioso. Gli investigatori non escludono che chi ha piazzato l’esplosivo si sia appostato nei pressi dell’abitazione. Dopo l’attacco, la scorta di Ranucci è stata rafforzata.
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«Campagna diffamatoria contro la libertà di stampa»
Durante il suo intervento al Parlamento europeo, Ranucci ha infine citato un articolo apparso «su un giornale di Angelucci (Il Tempo, Libero, Il Giornale, ndr)». Il giornalista l’ha definito come «l’ennesima prova della campagna diffamatoria contro chi difende la libertà di stampa in questo Paese». «Report — ha concluso — continuerà a lavorare con lo stesso impegno, perché l’informazione libera non deve piegarsi alla paura né alle pressioni politiche».