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Svolta sul furto dei gioielli a Louvre: due arresti. La furia della procuratrice di Parigi per la fuga di notizie: chi sono i due sospettati

26 Ottobre 2025 - 11:40 Giulia Norvegno
Gioielli Louvre
Gioielli Louvre
È andata su tutte le furie la procuratrice generale di Parigi per le rivelazioni sugli arresti fatte dalla stampa. I possibili danni all'inchiesta e i dettagli trapelati finora

Due persone sono state arrestate ieri sera sospettate di far parte della banda che ha messo a segno il furto di goielli di Napoleone al Louvre di Parigi. L’operazione di polizia è scattata ieri sera, a una settimana dal colpo al polo museale. Il quotidiano Le Parisien sostiene che i due fermati fanno parte di una banda di quattro persone. Il gruppo aveva portato via nove preziosi gioielli dalla galleria Apollo, servendosi di un montacarichi e di un accesso incustodito del museo.

La fuga di notizie e la rabbia della procuratrice: «Ora silenzio: solo danni all’indagine»

La notizia degli arresti ha fatto andare su tutte le furie la procuratrice di Parigi, Laure Beccuau. In un comunicato infuocato, la magistrata ha «condannato la divulgazione affrettata da parte di persone informate, senza alcun riguardo per l’inchiesta».

«Questa rivelazione – fa sapere Beccuau – può soltanto nuocere agli sforzi investigativi di un centinaio di inquirenti mobilitati sia nella ricerca dei gioielli rubati, sia dei malfattori. È troppo presto per fornire qualsiasi tipo di particolare». La procuratrice ha aggiunto che comunicherà su «elementi complementari solo al termine di questa fase di fermo» dei due sospetti.

Il pedinamento e l’arresto prima della fuga

I due uomini fermati, stando alle informazioni diffuse dal quotidiano parigino, sono originari della Seine-Saint-Denis, la banlieue nord di Parigi. L’operazione è scattata all’improvviso, dopo che gli inquirenti, che sorvegliavano da giorni i due individui, si sono resi conto che uno dei due stava per fuggire all’estero, a quanto sembra in Algeria. Lo hanno pedinato e l’arresto è scattato all’aeroporto parigino di Roissy-Charles de Gaulle. Subito dopo, il complice è stato fermato, sempre nella regione di Parigi.

Chi sono i due ladri del Louvre arrestati

Si tratta di due pregiudicati, noti alla polizia per furti. Si tratterebbe di ladri esperti, il loro profilo è quello di esecutori di colpi su commissione. I due arrestati sono stati trasferiti nei locali della brigata anticrimine, il fermo potrà durare fino a 96 ore. L’inchiesta prosegue per identificare gli altri complici e l’organizzazione che ha messo in moto l’operazione per un colpo spettacolare che ha avuto risonanza mondiale.

Uno in fuga per l’Algeria, l’altro per il Mali

Secondo informazioni del settimanale Paris Match, l’operazione di polizia nell’ambito dell’inchiesta sul furto del Louvre, è scattata ieri sera alle 22 quando uno dei due arrestati era già all’aeroporto e stava per prendere un aereo con l’Algeria. Il complice, arrestato più tardi, era diretto invece in Mali. Questa mattina, nei locali della brigata anticrimine, l’uomo arrestato all’aeroporto è sotto interrogatorio. Si cerca di determinare il suo ruolo nel colpo, se fosse uno dei quattro che hanno direttamente portato a termine il furto di gioielli per 88 milioni di euro. Fra le varie piste seguite dagli inquirenti, anche quella di una possibile complicità di un membro della squadra di sicurezza del museo con la banda che ha effettuato il colpo. L’ipotesi è stata avanzata ieri sera dal quotidiano inglese The Telegraph, che ha citato «fonti vicine all’inchiesta».

I dubbi sull’organizzazione e il traffico di arte

L’inchiesta si sta concentrando infatti soprattutto sul mandante e chi ha architettato il furto. Gli investigatori francesi puntano a chiarire se la banda puntasse a un immediato guadagno finanziario con quel colpo. Oppure se si tratta di un’organizzazione legata a una rete specializzata nel traffico di arte. Secondo la procuratrice Beaccau, sono stati prelevati più di 150 campioni, come reperti sulla scena del furto. I ladri avrebbero lasciato diverse tracce. In un casco sono stati ritrovati i capelli di uno dei ladri, forse il primo a essere entrato nel museo.

In aggiornamento

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