Salmonella ed Escherichia coli nelle cozze: il ministero della Salute dispone il ritiro dal commercio

Un lotto di mitili, cioè di cozze, è oggetto dell’ultimo avviso di richiamo pubblicato dal ministero della Salute sul proprio portale dedicato alle allerte alimentari e ai richiami volontari da parte degli operatori. Il prodotto è stato richiamato a causa di un rischio microbiologico per i consumatori dovuto alla accertata presenza combinata di Salmonella ed Escherichia Coli oltre i limiti consentiti. Le cozze fresche, molluschi della specie Mytilus galloprovincialis, sono vendute in retine da 5 chilogrammi, provengono da allevamenti in Spagna e sono confezionate in Italia dalla ditta “L’Acquachiara” Srl nel proprio stabilimento di Chioggia, nella città metropolitana di Venezia.
Il lotto richiamato dal commercio
Il prodotto interessato dall’avviso è stato confezionato il 20 ottobre con il numero di lotto B4122. L’avviso di richiamo, datato invece 24 ottobre, spiega che il ritiro del prodotto è stato disposto per in via precauzionale dallo stesso produttore a causa della presenza di Salmonella ed Escherichia coli oltre i limiti di legge, rilevata a seguito di campionamento ufficiale sul prodotto. Le cozze invendute sono state già richiamate dal commercio, ma per chi avesse già acquistato il prodotto con il lotto sopra indicato, l’avvertimento è di riportarlo al punto vendita d’acquisto.

I pericoli di Escherichia coli e salmonella
L’Escherichia coli (E. coli) è un germe appartenente alla famiglia delle Enterobacteriaceae, a cui appartengono anche specie batteriche il cui habitat naturale è rappresentato dall’intestino dell’uomo e di altri animali. Tuttavia, alcuni ceppi di E. coli sono agenti zoonosici in grado di produrre tossine pericolose per la salute umana, inducendo una grave forma di diarrea emorragica. La salmonella invece è un agente batterico comune in caso di infezioni trasmesse da alimenti ed è responsabile di oltre il 50% del totale delle infezioni gastrointestinali. La salmonellosi nella maggior parte dei casi la malattia ha un decorso benigno e non richiede l’ospedalizzazione, ma talvolta l’infezione può aggravarsi al punto tale da rendere necessario il ricovero.
