Filippo Turetta sarà processato in appello, lui non fa ricorso ma la procura sì: chieste le aggravanti per le 75 coltellate a Giulia Cecchettin

Filippo Turetta aveva rinunciato all’appello con una lettera alla Corte d’Assise, accettando l’ergastolo senza chiedere attenuanti. Ma la Procura generale di Venezia ha comunque deciso di procedere. Il 14 novembre si terrà quindi il processo d’appello per il giovane di Torreglia, condannato al carcere a vita per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa l’11 novembre 2023 a Fossò, in provincia di Venezia. A darne notizia sono il Corriere del Veneto e il Gazzettino.
Cosa chiede l’accusa
L’obiettivo della Procura è ottenere il riconoscimento delle aggravanti della crudeltà e dello stalking, che la Corte d’assise di Venezia aveva escluso in primo grado lo scorso 3 dicembre. Turetta era già stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto affettivo con la vittima, oltre che per sequestro di persona e occultamento di cadavere.
Cosa cambia sulla condanna e la prossima udienza
La pena per Turetta di fatto non cambierà. L’ergastolo resta il massimo previsto dall’ordinamento italiano. Ma il riconoscimento delle aggravanti avrebbe un peso simbolico tutt’altro che secondario, come hanno sottolineato i legali della famiglia Cecchettin, costituitisi parte civile nel processo. L’appello si svolgerà nell’aula bunker di Mestre, davanti alla Corte d’assise d’appello presieduta da Michele Medici. Per l’accusa ci saranno il procuratore generale Federico Prato e il sostituto Pasquale Mazzei. La difesa di Turetta sarà affidata al professor Giovanni Caruso e all’avvocata Monica Cornaviera. In aula anche i legali dei familiari di Giulia: Stefano Tigani, Nicodemo Gentile e Piero Coluccio.
