Vittorio Sgarbi e la figlia Evelina in tribunale a Roma, il giudice si riserva sull’amministratore di sostegno. «Agisco nell’interesse di mio padre»

È stato rinviato l’esito dello scontro legale tra Vittorio Sgarbi e la figlia Evelina. Almeno per ora. Il tribunale civile di Roma, riunitosi oggi – martedì 28 ottobre – ha deciso di riservarsi per le prossime settimane sulla richiesta dei legali di Evelina Sgarbi, finalizzata a nominare un amministratore di sostegno per il padre, poiché, secondo la figlia, «non è più in grado di tutelare i propri interessi». In aula erano presenti entrambi: il critico d’arte e sindaco di Arpino e la figlia, modella di 25 anni nata dalla relazione con Barbara Hary. Prima dell’udienza, Evelina ha precisato che la sua «intenzione» è quella di «agire nell’interesse» del padre. «Altro non posso dire», ha aggiunto.
La lite in casa Sgarbi
Nel corso dell’udienza odierna sono state ascoltate le parti, e la decisione dei giudici è attesa entro la fine di novembre. A fine settembre, commentando la richiesta della figlia in un’intervista al Corriere della Sera, Sgarbi aveva dichiarato: «Assegnarmi un tutore sarebbe una forma di affetto, secondo voi? Sono offeso e addolorato, questa storia riflette il suo modo di intendere i rapporti personali. La ringrazio, ma io sto bene così. Lentamente mi sto riprendendo: la mia medicina è stata soprattutto Sabrina (Sabrina Colle, la mia compagna dal 1997), che con la sua dolcezza mi ha quasi fatto uscire dal tunnel. Ora sono a Viareggio con lei, a casa di un’amica. Anzi, volete sapere una cosa? Sposerò Sabrina».
Le dichiarazioni di Evelina
Riguardo proprio a Colle, Evelina Sgarbi aveva dichiarato a La Stampa di non provare simpatia per lei: «Negarlo sarebbe scorretto. Però, se lui fosse lucido e consapevole… Io voglio solo il suo bene». L’altra figlia di Sgarbi, Alba, aveva invece rassicurato sullo stato di salute del padre, mentre il terzo figlio ha preferito non commentare. Evelina, però, ha sempre ribadito: «Di quello che pensano gli altri non mi importa nulla». Nell’intervista, la giovane aveva anche voluto chiarire un punto, per evitare fraintendimenti: «Sembra che io mi sia svegliata una mattina e abbia deciso di intraprendere questa iniziativa legale (sulla nomina dell’amministratore di sostegno, ndr), come se volessi occuparmi del patrimonio di famiglia. Ma non è affatto così».
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Il 20 ottobre scorso, Evelina ha inoltre querelato gli operatori sanitari del Policlinico Gemelli di Roma, dove il padre era stato a lungo ricoverato a causa dell’aggravarsi di una profonda depressione. La figlia del critico d’arte accusava medici e infermieri di «aver raccolto la firma di Sgarbi al momento del suo ricovero nella struttura».
