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Sesso durante un colloquio in carcere davanti al figlio minorenne, a processo detenuta di Rebibbia: «Atti osceni in luogo pubblico»

30 Ottobre 2025 - 22:30 Ugo Milano
rebibbia carcere sala colloqui
rebibbia carcere sala colloqui
La detenuta è comparsa in tribunale per il processo avviato dopo la denuncia degli agenti

Una detenuta del carcere romano di Rebibbia è stata sorpresa a fare sesso con il marito all’interno della sala colloqui dell’istituto penitenziario. A interrompere l’amplesso sono stati gli agenti della polizia penitenziaria, che durante l’intervento hanno scoperto la presenza del figlio minorenne della coppia, giunto insieme al padre per far visita alla donna. L’episodio, avvenuto il 19 settembre 2024, è emerso solo in questi giorni, quando la detenuta è comparsa in tribunale per il processo avviato dopo la denuncia degli agenti. La donna è accusata di atti osceni in luogo pubblico, con l’aggravante della presenza di un minore.

Il rapporto sessuale nella sala colloqui del carcere

La detenuta, 37enne, era stata condotta nella sala colloqui per incontrare il marito e il figlio, venuti a farle visita. Nulla di opportuno, fino a quando le telecamere della stanza non hanno ripreso i due coniugi intenti a fare sesso, davanti agli occhi del figlio minorenne. Secondo le ricostruzioni degli agenti, l’uomo si sarebbe abbassato i pantaloni e la donna, sedendosi sopra di lui, avrebbe fatto lo stesso. Per dividere la coppia sono subito intervenuti due secondini di guardia.

Il caso della detenuta rimasta incinta mentre si trova in carcere a Vercelli

Il caso del rapporto sessuale interrotto a Rebibbia richiama un episodio analogo avvenuto pochi giorni fa nel carcere di Vercelli, dove una detenuta si è scoperta incinta. La donna, reclusa dal giugno 2024, potrebbe essere rimasta incinta dopo un rapporto con il compagno detenuto nella sezione maschile dello stesso istituto. Al di là delle considerazioni sulla gestione e la sorveglianza dei detenuti, l’episodio ha riacceso il dibattito sulla possibilità per le persone detenute di avere rapporti sessuali all’interno delle carceri italiane. Sperimentazioni di “stanze dell’affettività” per i carcerati sono già in corso in diversi istituti d’Italia, ma il sindacato della penitenziaria (Osapp) ammonisce: «Siamo al paradosso. Mentre il personale di polizia penitenziaria è abbandonato a se stesso tra violenze, aggressioni e croniche carenze di organico, l’amministrazione pensa a favorire le esigenze sentimentali dei detenuti». 

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