Giuseppe Di Dio, ucciso per sbaglio a sedici anni. «Non era lui la vittima designata»

Era nel posto sbagliato, al momento sbagliato. E aveva solo 16 anni Giuseppe Di Dio, colpito a morte nel centro di Capizzi, comune del messinese. Ad aprire il fuoco, nella centrale via Roma un 20enne che è stato fermato poco dopo dai carabinieri del comando provinciale di Messina. Il sedicenne ucciso frequentava l’istituto alberghiero a Troina in provincia di Enna. Morto sul colpo, mentre è ferito e in ospedale un amico, di 22 anni. Anche lui colpito per errore, secondo gli inquirenti.
Coinvolti padre e fratello che hanno accompagnato il giovane nell’agguato
Stanotte i militari hanno fermato tre persone, appartenenti allo stesso nucleo familiare: si tratta del ventenne, Giacomo Frasconà Filaro, e del fratello di 18 anni Mario, nonché del padre, Antonino, di 48 anni. Il padre e il fratello avrebbero accompagnato il ventenne sul luogo del delitto. In auto. Così il giovane sarebbe sceso dal mezzo, facendo partire i colpi. I reati su cui sono accusati ora variano da omicidio, tentato omicidio, detenzione abusiva di arma clandestina, lesioni personali e ricettazione.
Il movente ancora da chiarire
Giacomo Frasconà Filaro stava cercando qualcuno. Quella persona non era Giuseppe e nemmeno il suo amico. Sono state acquisite le immagini delle telecamere di sicurezza e ascoltati testimoni. Ma per ora non è chiaro il motivo dietro il raid. Ci sono dei precedenti legati al passato del 20enne. Nel 2023 uno dei due fratelli Frasconà Filaro fu fermato per aver dato fuoco alla porta della caserma dei carabinieri. All’epoca era minorenne, fu denunciato a piede libero.
Il sindaco di Capizzi: «Poteva esser una strage, sgomento e dolore»
«La nostra comunità è sgomenta e incredula, è una vera tragedia. Io insegno a Nicosia e non conoscevo personalmente il giovane ucciso che andava a scuola a Troina (Enna), ma conosco la famiglia fatta di gente per bene e grandi lavoratori. Mi dicono che il figlio era un ragazzo timido, bravo e studioso». Lo dice il sindaco di Capizzi (Messina) Leonardo Giuseppe Principato Trosso commentando l’omicidio avvenuto davanti a un bar della piccola cittadina, che conta meno di 3 mila abitanti. «Conosco la famiglia del presunto omicida, persone con diversi precedenti penali – aggiunge il sindaco – L’anno scorso alcuni componenti della famiglia sono stati indagati per avere dato fuoco alla caserma dei carabinieri, due giorni fa sono stati sottoposti a controlli perché sospettati di possedere armi. Ieri sera poteva essere una strage, quel bar è frequentato da molti ragazzini. I nostri carabinieri sono pochi e più volte ho chiesto al prefetto dei rinforzi. Proclamerò il lutto cittadino».
