
Caparezza – Orbit Orbit
Capa cala dall’alto, scende tra noi come un alieno, d’altra parte ormai è aliena questa visione profonda nella musica italiana di oggi. Che un alieno venga da Marte o da Molfetta, non è che cambi questo granché, è comunque un altro mondo rispetto a quello metropolitano, stroboscopico e insensato, al quale puntiamo con sempre più insensata foga.
Ne viene fuori un’epopea interstellare di grande spessore, la ricerca musicale e umanistica si mescola con quella intima («Cerco profondità, per questo vado verso l’alto»), andare lontano per capirci un po’ di più di quello che ti sta sotto il naso. La Terra, l’umanità, la musica, l’ipoacusia, il tempo che passa («Per fortuna sono vecchio») come se fosse un viaggio a passo di gambero per chiarirsi da solo, per far pace con la propria condizione terrestre e artistica («È grazie all’uomo se conosco l’arte, non merita l’estinzione, sono frasi fatte»). Emerge un disco che risponde evidentemente alle esigenze, prima di tutto, di chi l’ha scritto, che spegne, o perlomeno prova a spegnere, quell’infuocata necessità di raccontarsi, infatti si tratta, forse, del disco più spudoratamente onesto di Caparezza.
Dentro, oltre a commoventi confessioni (A Comic Book Saved My Life…wow), troviamo immagini fumettistiche che in qualche modo completano il personaggio di Caparezza, citazioni intellettuali e pop che evidentemente lo hanno condizionato nel suo percorso.
Non sappiamo se l’intento era proprio spogliarsi, con quella necessità di chi è arrivato a un punto, ma ciò che ne viene fuori è il ritratto di una persona che ha accettato e assorbito la propria maturazione, la propria alienazione, la propria essenza d’artista. Inutile dire che si tratta di una perla di album che riesce ad intercettare la natura extraterrestre della scenografia creata da Capa, quindi sonorità ultratech, spaziali, spesso complesse, lontane da quelle babbione del pop da classifica.
Ci sono brani più accessibili, è chiaro, tipo le meravigliose Gli occhi della mente o Pathosfera, che assume proprio i connotati di una ballad rappata ed adagiata su un arpeggio di chitarra, ma in generale si tratta di un lavoro da autore, da astroartigiano, da intellettuale lunare, da pensatore intergalattico. Il commento più sensato è difficile da tradurre in parole, ma possiamo guidarvi: riunite le punte delle dita di una mano, portatele alle labbra, baciatele, liberatele poi davanti alla faccia come un piccolo fuoco d’artificio. Ecco.
- 1/19Caparezza – Orbit Orbit
- 2/19Gigi D’Alessio feat. Khaled e Jovanotti – Diamanti e oro
- 3/19Fedez - Telepaticamente
- 4/19Tedua – Chuniri
- 5/19Irene Grandi – Oro e rosa
- 6/19Aiello feat. Levante – Sentimentale
- 7/19Gianni Bismark feat. Giuliano Sangiorgi – Piove piove
- 8/19Capo Plaza – Hustle Mixtape Vol. 2
- 9/19Dani Faiv – Teoria del contrario Mixtape Vol. 3
- 10/19Don Joe feat. Lubi e Promessa – Siamo tutti ciechi
- 11/19Ivan Cattaneo - Indifeso
- 12/19Giordana Angi – Dammi un bacio
- 13/19Alessio Bondì – Cuor’i zuccaru
- 14/19Michael Sorriso - Interessi
- 15/19Versailles – Appassirò (?)
- 16/19Bee Bee Sea – You
- 17/19Delvento – Vento forte
- 18/19Sasio – Sasio
- 19/19Tamì ft. Uale - Non sei te