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Un bambino su 5 vive sotto le bombe, il 2024 anno record. Tra mutilazioni, bambini-soldati e abusi: tutti i numeri

04 Novembre 2025 - 09:38 Alba Romano
bambino bombe guerre mondo violazioni
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È un rapporto di Save the Children a sottolineare il dramma crescente di un mondo sempre più in guerra. «Solo il 2% della spesa è usato per il peacekeeping. Siamo a un bivio»

Più di un bambino su cinque vive in una zona di conflitto attivo. Oltre 78 bambini ogni giorno subiscono gravi violazioni, da violenze a rapimenti e abusi fino a mutilazioni e uccisioni. Eppure, solo il 2% della spesa globale per la sicurezza è destinato al peacekeeping o al peacebuilding. È la denuncia che arriva direttamente dal rapporto Stop the war on children: Security for Whom? dell’organizzazione Save te Children. Il 2024, in questo senso, è stato un vero e proprio anno record con 520 milioni di minorenni che abitavano in un’area di guerra e quasi 42mila gravi violazione sui bambini: un aumento del 30% rispetto a un anno prima e del 373% rispetto al 2010.

Le 4 zone rosse: Palestina, Congo, Nigeria e Somalia

Secondo il rapporto, sono stati quattro i punti nevralgici del 2024: Palestina, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria e Somalia. Più di un decimo della superficie terreste si è trovata a meno di 50 chilometri da un conflitto, con oltre 27mila eventi di guerra o scontro armato registrati nei dodici mesi di riferimento. A farla tristemente da padrona è ancora l’Africa, dove il 32,6% della popolazione infantile – pari a 218 milioni di persone – vive in zone di conflitto. È la prima volta dal 2007 che il continente supera il Medio Oriente anche in percentuale. A pesare ancora di più sui minori è l’esposizione sempre più frequente ai raid delle scuole e degli ospedali, così come la dilagante malnutrizione causata anche dal blocco degli aiuti umanitari. 

I numeri dei conflitti: 400mila violazioni, tra uccisioni e reclutamento

Dall’inizio della rilevazione nel 2005, sono state accertate oltre 400mila gravi violazioni contro i minori nei conflitti in 33 Paesi nel mondo, quasi 160mila minori uccisi o mutilati e oltre 100mila reclutati e impiegati da forze e gruppi armati. «Questo rapporto racconta di vite spezzate», ha commentato Inger Ashing, direttrice generale di Save the Children International. Dai bimbi palestinesi fuggiti e talmente malnutriti da sviluppare l’osteomalacia, la «malattia delle ossa molli», a quelli congolesi che camminano ogni giorno sotto un incessante fuoco incrociato. «Il mondo è a un bivio. I conflitti armati aumentano, le gravi violazioni contro i minori raggiungono livelli record, mentre il sistema umanitario e le Nazioni Unite vacillano. Gli Stati devono agire con decisione per prevenire i conflitti, promuovere la pace, proteggere l’infanzia, garantire giustizia, coinvolgere ed ascoltare davvero bambini e adolescenti». 

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